Saranno processati in qualità di responsabili di una filiale del Banco Popolare denunciati da un imprenditore della provincia di Pisa per gli interessi richiesti sullo scoperto di conto correntedi Pietro Barghigiani

VIAREGGIO. Interessi passivi sullo scoperto di conto corrente superiori al duemila per cento. Una guerra di anni tra imprenditore e banca che ora si è trasformata in un processo per usura ai danni dei tre direttori della filiale in cui erano stati aperti i conti dal titolare di un’impresa edile di Pontedera.

Accusati del reato di usura, il giudice dell’udienza preliminare del tribunale di Pisa Giuseppe Laghezza ha rinviato a giudizio i direttori della filiale di Pontedera del Banco Popolare (ex Cassa di risparmio di Pisa, Lucca e Livorno) che si sono succeduti dal settembre 2006 all’aprile 2013.

L’udienza davanti al primo collegio (presidente Mirani, a latere Poggi e Frizilio) – pm Flavia Alemi – è stata rinviata a gennaio per l’avvio del dibattimento. Sarà un processo basato su prove documentali in cui il calcolo degli interessi e i parametri utilizzati avranno un ruolo determinante per stabilire l’eventuale responsabilità penale dei bancari e l’effettivo danno procurato al cliente che sostiene di essere stato vessato con richieste di soldi da usura.

Nel procedimento compare come responsabile civile anche il Banco Popolare citato dall’imprenditore pontederese 58enne assistito dall’avvocato Enrica Gardin di Pistoia.

Devono difendersi dall’accusa di aver praticato interessi usurari nel ruolo di direttori della filiale, Floriana Maria Pucci 59 anni, di Lucca; Vincenzo Rosi, 65 anni, di Camaiore; Edi Giulio Arcangioli, 63 anni, di Viareggio.

Secondo l’accusa l’imprenditore avrebbe pagato interessi passivi con tasso a usura sullo scoperto di conto corrente per circa 125mila euro. Interessi maturati su due conti usati per l’attività dell’impresa edile. Un flusso costante di entrate e uscite con periodi fisiologici in rosso. A sostegno della sua tesi l’impresario ha prodotto una consulenza tecnica stilata dal dottor Salvatore Germinara. Il calcolo degli interessi sugli interessi, anatocismo, riferito alle anticipazioni di cassa usata dall’imprenditore edile per la Procura avrebbe portato il tasso di interesse passivo oltre la soglia dell’usura. Di qui la querela con richiesta danni fissata dalla parte civile in mezzo milione di euro.

Nel conteggio degli interessi passivi in contestazione ai tre bancari viene attribuito a ciascuno, come responsabile dell’ufficio, il tasso ritenuto usurario. E così a Pucci vengono imputati a seconda del periodo preso in esame interessi dell’899 per cento e del 418 per cento dal settembre 2006 al dicembre

2007; a Rosi dal febbraio 2008 al marzo 20011 interessi del 383 per cento e del 738 per cento; ad Arcangioli – direttore filiale dal luglio 2011 all’aprile 2013 – viene addebitata la richiesta di interessi all’imprenditore che vanno dal 1424 per cento al 2046 per cento.

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