Vantaggi e svantaggi dei piani individuali di risparmio, fenomeno dell’anno del sistema finanziario
È indubbio che i Piani individuali di risparmio, siano stati il fenomeno finanziario dell’anno. Ma la loro fama e la loro diffusione, accanto ai molteplici vantaggi, porta con sé anche degli svantaggi. Vediamo dunque come investire nei Pir, quali sono i loro pro e contro, iniziando col premettere cosa sono.
Indice
- 1 Cosa sono i Pir?
- 2 Vantaggi fiscali dei Pir
- 3 Benefici alle imprese italiane
- 4 Cultura finanziaria
- 5 Le commissioni
- 6 Profilo di rischio
- 7 Fenomeni speculativi
Cosa sono i Pir?
I piani individuali di risparmio (detti Pir), introdotti dall’ultima legge di bilancio, sono una forma di investimento a medio termine, capace di veicolare i risparmi verso le piccole e medie imprese italiane. I piani individuali di risparmio, già presenti con successo all’estero da anni (ad esempio in Gran Bretagna, Francia, Usa e Giappone), sono uno strumento dedicato in particolare ai piccoli investitori, attratti soprattutto dai vantaggi fiscali. Le risorse raccolte in un piano individuale di risparmio, potranno essere investite in diversi strumenti finanziari, come azioni, obbligazioni, quote di fondi di investimento e anche conti correnti bancari. Vediamo, dunque, perché conviene investire in Pir.
Vantaggi fiscali dei Pir
Come abbiamo già annunciato nell’articolo Vantaggi fiscali dei piani di risparmio, i Pir attraggono molto i risparmiatori per i vantaggi fiscali: essi sono infatti detassati e, dunque, l’investitore vedrà l’abbattimento di tutto il carico fiscale a differenza dei normali fondi comuni che invece sono costretti a pagare le tasse. In altri termini non pagherà tasse sui rendimenti, sulla successione e sulle donazioni. Infatti, a differenza degli altri prodotti finanziari in circolazione, i Pir hanno come maggior vantaggio l’esenzione dall’imposta sui redditi da capitale (26% per azioni e bond, 12,5% per i titoli di Stato). Inoltre promettono rendimenti consistenti. Tali vantaggi, tuttavia, sussistono alla condizione che il risparmiatore tenga il Pir per almeno 5 anni. Nel caso disinvesta prima, pagherà le tasse come per qualunque fondo.
Benefici alle imprese italiane
In tema di pro e contro dei piani di risparmio non si può non fare riferimento ai benefici alle imprese italiane. Le banche e le assicurazioni, allo stato unici soggetti autorizzati a distribuire i Pir, infatti, devono investire i soldi dei risparmiatori almeno per il 70% in azioni o obbligazioni italiane (o di aziende europee con stabile organizzazione in Italia), e di questo 70% il 30% in aziende medio-piccole.
Cultura finanziaria
I Pir e la loro grande diffusione possono avere certamente il vantaggio di avvicinare gli italiani al mondo degli strumenti finanziari, sconosciuto ai più. Alcuni studi [1] dimostrano che il livello della cultura finanziaria tra i cittadini italiani è inferiore a quello dei cittadini dello Zambia, dello Zimbabwe o della Tanzania.
Quando ci si chiede perché e come investire in Pir, bisogna certamente sapere che questi, accanto ad indubbi benefici, possiedono anche degli svantaggi.
Le commissioni
Purtroppo un limite grave dei Pir è rappresentato dal fatto che alcune banche applicano commissioni così elevate che finiscono per vanificare o ridimensionare sensibilmente i benefici fiscali di cui abbiamo detto sopra. Pertanto risulta fondamentale leggere le condizioni economiche praticate dall’operatore prima di sottoscrivere un Pir.
Profilo di rischio
Per quanto attiene al profilo di rischio, il Pir non è sicuro al 100%: molto dipende dagli investimenti che andrà ad effettuare in concreto il gestore. Ovviamente se il gestore sbaglia investimenti, rendimento e capitale saranno a rischio. Agli operatori che gestiscono il capitale è imposto il cosiddetto vincolo di diversificazione nella selezione degli strumenti su cui investire. In ogni caso la redditività del Pir dipenderà dal successo delle aziende selezionate dal gestore, che peraltro non sono molte. Ora, atteso che i Pir, per loro stessa natura, sono destinati ad imprese italiane, questo rischia di aumentare il profilo del rischio.
Fenomeni speculativi
Come detto i Pir hanno riscosso più successo di quanto si attendessero gli stessi loro ideatori o gli operatori finanziari. Questa circostanza, però, apre al rischio di una bolla speculativa causata dall’arrivo di troppo denaro su un mercato troppo piccolo e da anni dimenticato, come il listino delle piccole e medie imprese