In molti Comuni la Tari è stata gonfiata illegittimamente: ecco cosa verificare per chiedere il rimborso e come ottenere la restituzione di quanto pagato in più
Se possedete una cantina, un garage, un box, posti auto, ecc è possibile che la tassa sui rifiuti che avete pagato sia stata gonfiata illegittimamente. Avrete, pertanto, diritto al rimborso di quanto pagato in eccesso. Ed infatti, in presenza di abitazioni con pertinenze (quali appunto, cantina, box auto, ecc.), i Comuni hanno spesso “fatto male i calcoli”, gonfiando per errore la Tari e addebitando ai contribuenti somme eccessive, che dovranno essere restituite.
Tari gonfiata: perché?
Vediamo di seguito l’errore che ha causato l’illegittimo “gonfiamento” della Tari a discapito dei contribuenti. Ebbene, la Tari si compone di una parte fissa ed una variabile:
La parte fissa viene calcolata moltiplicando i metri quadrati dell’immobile (si considera al riguardo la superficie calpestabile), comprese le pertinenze (come la cantina o il garage). È palese che più grande è la casa, più alta sarà la somma da versare.
La quota variabile cambia in base al numero dei componenti della famiglia; essa è rapportata alla quantità di rifiuti che presumibilmente viene prodotta da colui o da coloro che risiedono nell’immobile in questione. Dunque, più sono i componenti della famiglia, maggiori saranno i rifiuti presumibilmente prodotti, più alta sarà l’imposta da pagare.
Tuttavia, ed ecco qui l’errore, qualora l’abitazione abbia anche delle pertinenze (come la cantina o il garage), la superficie delle pertinenze deve essere sommata alla superficie concernente l’abitazione principale. Una volta compiuta tale operazione, si deve procedere all’applicazione delle tariffe. In sostanza, dunque, la quota variabile si dovrebbe calcolare una sola volta, vale a dire con riferimento all’intera abitazione comprensiva anche delle sue pertinenze. I Comuni, invece, hanno frequentemente calcolato illegittimamente la Tari, dividendo l’abitazione dalle sue pertinenze e applicando ad ognuna di esse (separatamente) la quota variabile. In base a tale calcolo il povero contribuente si è visto recapitare una cartella di pagamento di notevole entità: in alcuni casi il cittadino è stato costretto a corrispondere addirittura il doppio rispetto al dovuto.
Tari gonfiata e diritto al rimborso
Ricapitolando, in presenza di abitazioni con pertinenze (garage, posti auto, ecc.), la quota variabile della tariffa deve essere calcolata solo una volta. Si apre quindi la strada alla restituzione della tassa pagata in eccesso, poiché in molte realtà comunali, anche grandi, la quota variabile della tariffa rifiuti è stata indebitamente applicata più volte.
Tari gonfiata: cosa controllare per chiedere il rimborso
Vediamo quali sono le verifiche da effettuare per procedere alla richiesta di rimborso.
Innanzitutto, bisogna verificare se si tratta di una annualità in cui la tassa è stata suddivisa in quota fissa e quota variabile. Se infatti è stata applicata la vecchia Tarsu, non si potrà richiedere alcun rimborso. Ciò in quanto la Tarsu aveva una struttura unitaria che non contemplava le due quote (fissa e variabile). In linea di principio, comunque, a partire dal 2013 la stragrande maggioranza dei Comuni ha abbandonato le precedenti modalità di calcolo del prelievo, applicando il sistema sopra descritto.
Inoltre, non dovrebbe esserci spazio ai rimborsi per gli anni in cui è stata applicata la cosiddetta tariffa puntuale sui rifiuti. Questa tipologia di tributo, infatti, prevede che la quota variabile sia calcolata per ciascun utente in ragione delle quantità di rifiuti effettivamente conferita al servizio pubblico.
Prima di chiedere il rimborso, poi, occorre verificare se il Comune è realmente incorso nell’errore in esame. Per far questo, è sufficiente analizzare con attenzione gli avvisi di pagamento del tributo che dovrebbero dettagliare, per ciascuna unità immobiliare distintamente accatastata, il calcolo dell’importo da versare. Se ci si accorge che, in corrispondenza delle unità immobiliari della casa e delle relative pertinenze, sono state conteggiate separatamente più volte le quote variabili di tariffa, allora vi sono le premesse per la richiesta del rimborso.
Tari gonfiata: come chiedere il rimborso
Allo scopo di ottenere la restituzione delle quote variabili versate in aggiunta a quella della casa di abitazione, occorre presentare una apposita istanza, entro il termine di 5 anni dal pagamento (pena il decorrere della prescrizione). Per tutti gli approfondimenti ed i consigli su come fare vi invitiamo a leggere attentamente i seguenti articoli: Tari più cara per errore: come ottenere il rimborso; Tari illegittima: come chiedere il rimborso.Se avete letto gli articoli segnalati, non resta che sottolineare solo un ulteriore spetto. Ed infatti, è necessario prestare attenzione al soggetto cui rivolgere l’istanza. Se l’entrata era gestita da una società privata e gli avvisi di pagamento erano per l’appunto emessi a nome della stessa, allora anche la domanda deve essere inoltrata a tale società. Se la società dell’epoca non c’è più, perché è subentrato un altro gestore, allora sarà opportuno proporre l’istanza tanto al Comune quanto al nuovo gestore.