Le categorie privilegiate che subiscono il pignoramento di solo un quinto del conto corrente bancario sono vincolate a non annacquare il deposito con somme diverse.

Il pignoramento del conto corrente fa paura? Da due anni, una riforma ha limitato fortemente questo tipo di esecuzione forzata per lasciare ai debitori qualcosa di cui vivere. Ma attenzione: le novità non si applicano a tutti, ma solo ad alcune persone. Gli sfortunati che non rientrano in questo elenco, sono tutt’oggi costretti a subire il pignoramento di tutti i risparmi depositati in banca. Rompiamo quindi la suspense e vediamo quando si può pignorare tutto il conto corrente.

La regola generale resta sempre quella secondo cui il conto corrente è interamente pignorabile. Quindi chi ha un debito di 10mila euro e un conto corrente con solo 9mila euro, perde tutti i risparmi. Nel caso contrario (deposito di 10mila euro e debito di 9mila), si mantiene la disponibilità al prelievo di mille euro, il residuo cioè tra quanto bloccato dall’ufficiale giudiziario e quanto depositato.

Per convalidare il pignoramento c’è bisogno di un’udienza in tribunale: il conto viene bloccato già con la notifica dell’atto di pignoramento ma è poi il giudice ad autorizzare l’effettiva assegnazione delle somme al creditore. Questo non vale quando ad agire è il fisco: Agenzia Entrate Riscossione, infatti, notifica il pignoramento alla banca assegnando 60 giorni di tempo al debitore per adempiere. Se non lo fa, i soldi vengono direttamente accreditati sul conto dell’Esattore, senza autorizzazioni del tribunale.

Le regole appena indicate trovano un’eccezione quando il conto corrente serve come appoggio per il versamento della pensione o dello stipendio. Solo lavoratori dipendentipensionati, quindi, sono i privilegiati a cui non può essere pignorato tutto il conto corrente, ma solo una parte (per come a breve vedremo). Ma anche loro devono fare molta attenzione: se vogliono usufruire di questo privilegio non devono “contaminare” il conto con altri tipi di accrediti (ad esempio canoni di locazione, vendite private, ecc.). In tal caso, si avrebbe una commistione di somme che renderebbe pignorabile tutto il conto corrente al pari di quanto già succede agli autonomi, agli imprenditori o alle partite Iva.

Vediamo in che termini può essere pignorato il conto corrente per dipendenti e pensionati:

  • per le somme già depositate prima della notifica del pignoramento, è possibile il blocco solo per la parte che eccede il triplo dell’assegno sociale ossia 1.344,21; quindi su un conto di 2.000 euro si possono pignorare solo 655,79 euro;
  • per gli accrediti successivi si vale il pignoramento fino a un decimo (per redditi fino a 2.500 euro mensili), un settimo (per redditi fino a 5.000 euro mensili), un quinto (per redditi superiori a 5000 euro mensili).

Come sbloccare il conto corrente pignorato

Un primo metodo per sbloccare il conto corrente pignorato è chiedere la cosiddetta conversione del pignoramento [1].

Con questa procedura il debitore chiede al Giudice di liberare il conto spostando però il pignoramento su una somma di denaro che egli stesso deposita e mette a disposizione del creditore, il cui importo è stabilito dal Giudice, comprensivo di capitale, interessi e spese. Tale importo, anche a rate, deve confluire in un apposito libretto (intestato alla procedura esecutiva) tenuto e custodito dalla Cancelleria del Giudice dell’Esecuzione.

Le somme così depositate saranno assegnate al creditore all’avvenuto pagamento dell’ultima rata, su ordine del Giudice disposto in un’apposita udienza.

Può passare anche molto tempo, per il creditore, affinché abbia la disponibilità dell’intera somma, a fronte tuttavia di un vantaggio immediato del debitore. Se però il pagamento avviene a rate, il conto corrente viene sbloccato solo a pagamento integrale avvenuto.

La domanda di conversione va fatta prima che il giudice assegni le somme al creditore. Quindi è bene non aspettare troppo tempo.

Un secondo metodo per sbloccare il conto corrente pignorato è trovare un accordo con il creditore e redigere una scrittura privata [2]. Il debitore, in tempi rapidi, firma una transazione col creditore per un immediato parziale pagamento a questi anche a rate (di solito l’accordo prevede, a fronte di un pagamento immediato, uno sconto sul debito complessivo).

Successivamente il creditore presenta al Giudice dell’esecuzione la ratifica dell’accordo e la richiesta di estinzione del pignoramento [3].

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