Cosa rischia chi spende più di quanto guadagna? Ecco in quali casi l’Agenzia delle Entrate può dedurre che vi è evasione fiscale.
Questo mese sei passato dal bancomat troppe volte. In alcuni casi hai prelevato piccole somme che ti servivano solo per fare la spesa o la benzina. In altre occasioni, però, i prelievi sono stati più consistenti: hai rinnovato la rata dell’assicurazione, hai versato le tasse, hai saldato il conto con il commercialista e hai pagato (in nero) il fisioterapista per dei massaggi. Ora però, a guardare l’estratto conto, ti è venuto il dubbio: a prelevare troppi soldi al mese si rischia una controllo? Non puoi permetterti che l’Agenzia delle Entrate metta il naso sul tuo conto corrente visto che, di tanto in tanto, ricevi qualche bonifico per dei lavoretti saltuari. In più hai una casa vacanza che dai in affitto “senza dichiararlo” e che ti frutta qualche centinaia di euro. Anche questi soldi finiscono sul tuo conto. Insomma, meglio stare alla larga dal fisco ed è bene non insospettirlo. Ecco perché vuoi andarci cauto con i prelievi dal bancomat o allo sportello.
Se hai timore che un eccessivo prelievo dal conto corrente possa far drizzare le antenne all’Agenzia delle Entrate e far scattare qualche controllo devi leggere questo articolo: ti servirà probabilmente a sfatare un po’ di luoghi comuni e a comprendere come davvero avvengono le indagini dell’Agenzia delle Entrate.
La prima cosa che ti consiglio di fare è di leggere il nostro articolo Prelievi in contanti: bisogna documentare tutti i soldi spesi?. Lì abbiamo spiegato quali sono le regole che disciplinano i prelievi e i versamenti sul conto corrente. In particolare, il contribuente – salvo sia un imprenditore – non è tenuto a giustificare le ragioni per cui prende dei soldi dal proprio deposito bancario. Da un punto di vista fiscale, infatti, i prelievi dal conto non vanno giustificati (lo devono essere solo i versamenti qualora l’Agenzia delle Entrate pretendesse di conoscere la provenienza del denaro). Questo però non significa che a prelevare troppo dal conto non si rischi un accertamento fiscale. Vediamo perché.
Quando si spende troppo si mette in moto una macchina che, a volte, ha come punto di destinazione l’Agenzia delle entrate. Chi spende più di quanto dichiara dimostra infatti una capacità contributiva “sospetta” che impone all’amministrazione finanziaria di chiedere spiegazioni e, se queste non sono soddisfacenti, di inviare un accertamento fiscale.
Quali sono le ragioni per cui una persona, che nella dichiarazione dei redditi denuncia un reddito mensile di 800 euro, ne riesce a spendere mille? Si tratta di risorse – così ragiona il fisco – che non possono che provenire da evasione, salvo dimostri che i soldi provengono da fonti esenti (una donazione di un genitore) o già tassate all’origine (la vincita al totocalcio).
Insomma, fermo restando che il prelievo in sé non può mai essere oggetto di controlli, l’unico modo per non subire un accertamento fiscale è non spendere più soldi di quelli denunciati come reddito annuale nella dichiarazione inviata alle Entrate.
Attenzione, però: non tutte le spese vengono comunicate ai funzionari del fisco, ma solo quelle che vengono eseguite fornendo il proprio codice fiscale. Vi rientrano ad esempio tutti gli acquisti per i quali si chiede la fattura, l’affitto, l’auto nuova, una casa, un terreno, le spese mediche e quelle per le quali si chiede la detrazione fiscale, le polizze vite, la manutenzione di auto d’epoca, i viaggi, ecc. Per un elenco completo leggi Quali spese fanno arrivare un controllo fiscale. Invece, tutti gli acquisti per i quali si ottiene solo lo scontrino non sono trattabili e l’acquirente resta completamente ignoto all’Agenzia delle Entrate.
Diverso è il discorso – dicevamo per inciso più sopra – per gli imprenditori: chi ha un’attività commerciale rischia grosso se preleva troppi soldi al mese dal conto corrente. Infatti per questi vi è una disciplina specifica. La legge stabilisce che gli imprenditori non devono giustificare il denaro prelevato dalla banca se questo non supera mille euro al giorno e, comunque, non va oltre 5mila euro al mese. Quindi, ad esempio, è possibile prelevare liberamente 500 euro per 9 giorni di seguito, ma al decimo giorno scatta la soglia dei 5mila euro mensili. Se si superano questi tetti, l’esercente l’attività d’impresa dovrà dare giustificazioni all’Agenzia delle Entrate: dovrà cioè spiegare a cosa sono serviti i soldi. Diversamente rischia una tassazione di tali importi che si presumeranno, proprio per tale ragione, destinati a finanziare investimenti “in nero”.