Nel 730 è possibile portare in detrazione e deduzione alcune tipologie di spese che abbiamo sostenuto durante l’anno: vediamo quali 

Cittadini e fisco hanno un appuntamento annuale fisso che non può sfuggire: la dichiarazione dei redditi. Ogni anno, finito l’inverno, cominciamo a prepararci e a raccogliere tutta la documentazione che ci servirà per andare dal commercialista o dal patronato e dichiarare tutti i nostri redditi percepiti per il nostro 730. E in vista di questo appuntamento fiscale, cominciamo anche a spulciare tutti gli angoli di casa e il nostro portadocumenti alla ricerca di ricevute e scontrini che possiamo fieramente consegnare, sperando di poter scaricare qualche spesa sostenuta, per alleggerire un po’ il nostro carico fiscale, provando, se riusciamo, ad andare addirittura a credito col fisco. Non sempre riusciamo e a volte andiamo addirittura a debito. Ma spesso invece si riescono a recuperare sostanziose cifre. Esattamente quali spese si possono scaricare? Vediamole in dettaglio.

Indice

  • 1 Dichiarazione dei redditi: chi deve farla?
  • 2 Dichiarazione dei redditi: quando non è obbligatoria?
  • 3 Cosa significa scaricare le spese?
  • 4 Cosa si può scaricare?
  • 5 Dichiarazione dei redditi: quali spese si possono detrarre?
    • 5.1 Spese sanitarie
    • 5.2 Spese per i disabili
    • 5.3 Spese scolastiche
    • 5.4 Spese per lo sport dei figli
    • 5.5 Bonus mobili, ristrutturazione e risparmio energetico
    • 5.6 Mutuo
    • 5.7 Assicurazione sulla vita
    • 5.8 Canoni d’affitto
    • 5.9 Donazioni
  • 6 Dichiarazione dei redditi: quali spese si possono dedurre?
  • 7 Partita Iva: quali spese posso scaricare?

Dichiarazione dei redditi: chi deve farla?

Presentare la dichiarazione dei redditi significa rispondere alla chiamata del Fisco, che vuole sapere tutte le nostre entrate dell’anno d’imposta esaminato. È una dichiarazione facciamo per comunicare tutti i redditi ed altre entrate percepiti l’anno precedente a quello in cui la stiamo presentando. Ad esempio nella dichiarazione dei redditi 2018 dobbiamo dichiarare i redditi percepiti nel 2017.

Deve essere presentata da chiunque abbia percepito [1]:

  • redditi da lavoro dipendente
  • redditi da lavoro autonomo
  • redditi d’impresa
  • redditi da capitale
  • redditi fondiari
  • redditi diversi

Sulla base della tipologia di reddito da lavoro o dalla propria condizione, si rientrerà poi nel gruppo di coloro che devono presentare il 730 (redditi da lavoro dipendente) o di coloro che devono fare invece il Modello Redditi (lavoro autonomo con partita iva).

Presentiamo il 730 quando siamo: pensionati, dipendenti, percettori di indennità Inps, lavoratori socialmente utili, soci di cooperative, produttori agricoli esonerati dal presentare 770, Iva, Irap.

Presentiamo il Modello Redditi se abbiamo prodotto redditi che non rientrano nel campo del 730: redditi d’impresa, di lavoro autonomo con partita iva, redditi di partecipazione, redditi diversi che non possono essere dichiarati col 730, se nell’anno d’imposta non si è stati residenti in Italia

Dichiarazione dei redditi: quando non è obbligatoria?

Ci sono casi in cui possiamo considerarci esonerati dal fare la dichiarazione dei redditi? Decisamente si. In questi casi non è obbligatorio presentarla:

  • per tipologie di reddito che sono espressamente escluse dalla dichiarazione (ad esempio i redditi esenti da imposta, come la pensione di invalidità e l’accompagnamento)
  • per redditi percepiti che non superano una certa soglia (ad esempio un reddito da lavoro dipendente inferiore a 8 mila euro o un reddito da pensione inferiore a 7500 euro)

Cosa significa scaricare le spese?

Nel momento in cui andiamo a dichiarare i nostri i redditi e le nostre entrate sappiamo che purtroppo, oltre alle ritenute fiscali che abbiamo subito nel corso dell’anno, siamo sottoposti al doppio controllo – quello finale – del Fisco. Una sorta di conguaglio, con cui possiamo andare a credito (e vederci rimborsare perché abbiamo pagato troppo) o a debito (ci vengono chiesti altri soldi). La nostra dichiarazione servirà a calcolare:

  • l’effettivo reddito imponibile su cui applicare le imposte
  • e l’importo dell’Irpef da versare allo Stato

Una nota positiva è data dal fatto che lo Stato stesso consente a noi comuni mortali di alleggerire un po’ questo carico fiscale, consentendoci di scaricare alcune spese. Come dice il termine stesso, significa alleggerirci un po’, gettando in mare zavorre che aumenterebbero sia il nostro reddito da tassare sia l’Irpef da versare.

In termini un po’ più tecnici, lo Stato ci permette di detrarre e dedurre alcune spese. Cosa significa?

  • Quando portiamo in deduzione significa che alcune spese possono essere sottratte al reddito imponibile, prima di calcolarci sopra l’imposta Irpef. Quindi il nostro reddito su cui applicare l’irpef sarà più basso.

Esempio. Siamo dipendenti e in fase di dichiarazione, i nostri redditi dichiarati ammontano a 20 mila euro. Abbiamo aderito però a forme di previdenza completare e ci viene detto che le posiamo dedurre per un ammontare complessivo di 1000 euro. Ecco che allora il nostro reddito imponibile scenderà a 19 mila euro. Su questo verrà calcolate le imposte da versare.

  • Quando portiamo in detrazione, invece, significa che il nostro reddito imponibile è già stato stabilito. Le spese detraibili vengono detratte direttamente dalle imposte da pagare. Sono queste che diminuiscono. Non si detrae però tutto l’ammontare delle spese, ma solo alcune percentuali, cioè dei tetti massimi: solitamente al 19 per cento. Ma non solo.

Esempio. Siamo sempre dipendenti e abbiamo sostenuto spese considerate detraibili (ad esempio quelle sanitarie). In fase di dichiarazione, il nostro reddito imponibile è di 20 mila euro. L’aliquota dell’imposta stabilita in partenza sarebbe stata del 10 per cento. Le imposte dovute sarebbero state di 2000 euro. Se la detrazione per la nostra spesa sanitaria ammonta però a 200 euro, significa che alla fine dei conti, quello che dovremo pagare come imposte allo Stato saranno 1800 euro.

Cosa si può scaricare?

In linea generale, dalla nostra dichiarazione, noi contribuenti possiamo scaricare tutte quelle spese e oneri considerati detraibili o deducibili, sostenuti in termini di costi da noi stessi e per noi stessi, oppure per i nostri familiari a carico.

Per farlo però dobbiamo consegnare, in fase di presentazione di dichiarazione, tutti i documenti fiscali utili a certificare la spesa effettivamente sostenuta: scontrini e ricevute fiscali.

Dichiarazione dei redditi: quali spese si possono detrarre?

La percentuale più comune di detrazione è quella del limite fissato al 19 per cento per ogni spesa sostenuta. Vediamo allora quali spese si possono scaricare dalla dichiarazione dei redditi con la detraibilità.

Spese sanitarie

Si possono detrarre dalla dichiarazione nella misura del 19 per cento dell’Irpef con franchigia di 129, 11 euro. La franchigia è quell’importo oltre il quale viene applicata la detrazione al 19 per cento. Si calcola facendo la somma di tutte le spese sostenuto nell’anno e poi si sottrae la somma di 129, 11 euro.  Ad esempio, il totale della spesa è 500 euro. Si sottrae la franchigia, quindi: 500-129,11=370,89. A questo punto la detrazione del 19 per cento è su questa cifra, cioè euro 70,46.

Ecco quali sono le spese sanitarie:

  • Le spese per l’acquisto dei farmaci
  • Le spese per le visite mediche (specialistiche, generiche, omeopatiche)
  • Le spese veterinarie (solo per importi superiori a 129, 11 euro)
  • Le analisi di laboratorio
  • Le indagini radioscopiche
  • Gli interventi chirurgici
  • I ricoveri ospedalieri
  • Cure termali
  • Occhiali e lenti a contatto
  • Trapianti
  • Ticket sanitari
  • La spesa per l’assistenza infermieristica e riabilitativa

Spese per i disabili

Anche le spese sostenute per le persone disabili possono essere scaricate. In particolare:

  • Le assicurazioni a tutela della persona disabile
  • Visite mediche specialistiche
  • Acquisto di attrezzature e macchinari
  • Si possono poi portare interamente in deduzione dal reddito le spese per l’assistenza di infermieri, educatori e oss. In questo caso si sottrae l’intero costo dal reddito imponibile

Spese scolastiche

Figlio mio quanto mi costi. Quante volte lo abbiamo detto, messi di fronte all’ennesimo bollettino di tasse scolastiche o universitarie da pagare. Parte dei nostri sacrifici però viene ripagata in fase di dichiarazione, perché molte spese scolastiche e universitarie si possono scaricare, sempre nel limite del 19 per cento. In particolare queste:

  • Iscrizione e frequenza dell’asilo nido (fino a un tetto massimo di 632 euro annui)
  • Iscrizione e frequenza delle elementari, medie e superiori (fino a un tetto massimo di 654 euro annui)
  • Iscrizione e frequenza a corsi universitari, master, scuole di specializzazione, sia pubblici che privati. (per quelli privati però si detrae la spesa per l’importo corrispondente alle tasse dell’università pubblica)
  • I servizi di mensa
  • Le gite scolastiche
  • I servizi di dopo scuola
  • L’assicurazione
  • Donazioni a favore delle scuole e delle Università (finalizzate a edilizia scolastica, ampliamento dell’offerta formativa, innovazione tecnologica)

Spese per lo sport dei figli 

Questa detrazione è riservata ai genitori che sostengono spese per consentire ai propri figli – dai 5 ai 18 anni di età – di svolgere attività sportive: palestre, piscine, associazioni sportive. La detrazione del 19 per cento è calcolata su un tetto massimo di 210 euro di spesa, per ogni ragazzo fiscalmente a carico.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *