Il fisco accelera i tempi per i rimborsi Iva alle imprese. L’accredito sarà diretto per restituire in tempi sempre più veloci le somme vantate dalle imprese
In tempi di crisi economica e di liquidità una accelerazione dei rimborsi Iva rappresenta un importante sollievo per tutte quelleimprese che vantano crediti con il fisco. D’ora in poi, infatti, l’accredito dell’Iva sarà diretto per restituire in tempi sempre più veloci le somme vantate dalle imprese. La novità è contenuta in un provvedimento firmato dal direttore dell’Agenzia dell’Entrate, Ernesto Maria Ruffini che definisce le modalità dei rimborsi. Con la nuova metodologia messa a punto dall’Agenzia delle Entrate i rimborsi Iva accelerano il passo: l’Agenzia delle Entrate dal 2018 farà direttamente i versamenti sui conti correnti delle società, senza il passaggio intermedio sulle Tesorerie Provinciali con una riduzione dei tempi di 3 settimane.
L’Agenzia delle Entrate fa anche un bilancio del 2017: lo scorso anno sono stati rimborsati ben 16 miliardi di imposte a famiglie e imprese. L’importo complessivo restituito dal fisco supera del 13% la cifra relativa all’anno 2016. L’Iva è il cuore dei rimborsi. Nel 2017, infatti, oltre 68mila imprese hanno ricevuto rimborsi Iva per circa 12 miliardi di euro e per avvisare i cittadini dell’arrivo di un accredito, l’Agenzia delle Entrate ha utilizzato il cellulare, inviando circa 38 mila sms, di cui 16mila solo nel mese di dicembre.
Rimborso Iva: come funziona
I contribuenti possono chiedere il rimborso totale o parziale del credito Iva maturato nel corso dell’anno (rimborso annuale) o nel corso del trimestre (rimborso infrannuale). Il rimborso annuale può essere richiesto:
- dai contribuenti che hanno cessato l’attività, per importi superiori a 10,33 euro. In questo caso non sono previste particolari condizioni, se non la prestazione di una garanzia qualora gli importi siano superiori a 30 mila euro;
- dai soggetti ancora in attività (per importi superiori a 2.582,28 euro) sempreché sussista almeno una delle seguenti condizioni: esercizio abituale di operazioni attive soggette ad aliquote inferiori a quelle gravanti sugli acquisti e sulle importazioni; effettuazione di operazioni non imponibili per un ammontare superiore al 25% dell’ammontare totale di tutte le operazioni effettuate; acquisti o importazioni di beni ammortizzabili, ovvero di beni e servizi per studi e ricerche; effettuazione in prevalenza di operazioni non soggette all’imposta per mancanza del requisito territoriale; il richiedente è un operatore non residente identificato direttamente in Italia o che ivi abbia nominato un rappresentante fiscale; chiusura a credito della dichiarazione annuale e di quella dei due anni precedenti, indipendentemente dall’importo minimo che può essere inferiore a 2.582,28 euro.
Come anticipato, i contribuenti possono chiedere il rimborso del credito Iva maturato in ciascuno dei primi 3 trimestri dell’anno, in tal caso si parla di rimborso infrannuale. Il credito relativo al 4° trimestre, invece, può essere richiesto a rimborso solo in sede di dichiarazione annuale. La richiesta di rimborso può essere avanzata purché nel singolo trimestre il contribuente abbia maturato un credito superiore a 2.582,28 euro e sussista almeno una delle condizioni sopra previste.