Gli strumenti di risparmio non movimentati per un periodo superiore a dieci anni escono definitivamente dalla disponibilità dei titolari, finendo in un Fondo unico ministeriale, ecco le modalità per recuperare il proprio denaro.
Indice
- 1 I libretti di risparmio
- 2 Cosa si intende per “dormienti”
- 3 Nuove disposizioni normative
- 4 Come recuperare i propri soldi dai conti dormienti
- 5 Termine di presentazione della domanda
I libretti di risparmio
I libretti di risparmio sono stati protagonisti della rinascita italiana, in quanto hanno rappresentato il mezzo primario per accumulare il denaro necessario per uscire dai momenti difficili provocati dalla guerra. Tradizionalmente, i nonni e i genitori, alla nascita di un nuovo componente della famiglia, provvedevano all’apertura di un libretto, in cui confluivano le somme regalate che venivano utilizzate in seguito per lo studio o l’ingresso nel mondo del lavoro, o per ogni altra evenienza. Attualmente, secondo i dati ufficiali, sono più di 2 miliardi di euro i risparmi dormienti degli italiani, ossia quei depositi bancari dimenticati. Libretti dormienti: come recuperare i propri soldi?
Cosa si intende per “dormienti”
I depositi bancari, i libretti di risparmio e gli altri strumenti di investimento, contenenti importi maggiori di 100 €, non movimentati per un periodo superiore a dieci anni, sono considerati dormienti, cioè immobili e non utilizzati, dunque si procede d’ufficio alla loro estinzione, facendo confluire le somme di denaro presenti in un fondo ministeriale che mira ad indennizzare i risparmiatori rimasti vittime di frodi finanziarie. Nonostante si tratti in astratto di un gesto nobile, utile ad aiutare persone in difficoltà, è giusto che il denaro lasciato dal defunto, venga recuperato dagli eredi o da chi ne abbia diritto. Libretti dormienti: come recuperare i propri soldi?
Nuove disposizioni normative
Con l’introduzione di una nuova normativa in materia [1], il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha stabilito che i libretti di risparmio e gli altri strumenti di investimento, contenenti importi maggiori di 100 €, non movimentati per un periodo superiore a dieci anni, sono considerati dormienti, cioè immobili e non utilizzati, dunque si procede alla loro estinzione, facendo confluire le somme di denaro presenti in un Fondo ministeriale.
Ad esempio, potrebbe accadere a chiunque di ritrovare per caso un libretto, intestato ad un nonno o ad un genitore, dimenticato in fondo ad un cassetto e del quale non si conosceva minimamente l’esistenza. Stante la grande diffusione di queste modalità di risparmio, il consumatore che si trova in una situazione del genere si trova totalmente spiazzato perché non sa bene come muoversi per recuperare quanto è di sua proprietà. Il Ministero pertanto, ha introdotto delle modalità di recupero di questo denaro, destinato agli intestatari o, nella maggioranza dei casi, agli eredi.
Come recuperare i propri soldi dai conti dormienti
Per il recupero del denaro presente nei depositi dormienti è necessario inoltrare una domanda di rimborso, che può essere redatta accedendo al sito internet Consap, nella quale devono essere inseriti, con estrema precisione, tutti i dati e le informazioni necessarie a chiarire la propria posizione. Bisogna inoltre presentare il proprio documento di identità, codice fiscale e in caso di eredi il certificato di morte del titolare.
La domanda, insieme a tutta la documentazione, può essere presentata esclusivamente in forma cartacea, mediante lettera raccomandata a/r, all’indirizzo: CONSAP S.p.A. Rif. Rapporti Dormienti- V. Yser 14 – 00198 Roma o mediante raccomandata a mano da depositare presso la sede della società. Per informazioni circa le modalità di presentazione della domanda e altri chiarimenti è attiva una la mail: rapportidormienti@consap.it.
Termine di presentazione della domanda
Occorre tenere presente che la presentazione della domanda è gratuita ma, in caso di accoglimento, l’istituto provvederà a trattenere una percentuale sulla somma per l’istruzione della pratica e le spese vive.
Il termine di prescrizione per la domanda è di 10 anni dalla data di devoluzione al fondo per i depositi di denaro, di strumenti finanziari o di contratti di assicurazione. La procedura ha una tempistica piuttosto lenta, data dall’alto numero delle richieste. Questo ha provocato non pochi malumori, ma al momento è l’unica strada percorribile per recuperare queste somme.