Le mosse da evita su conto corrente, depositi, bonifici, fatture, mutui e assicurazioni per evitare di incorrere in un controllo dell’Agenzia delle Entrate.

«Cosa mi consigli di fare per non rischiare?»: è la domanda che nessun avvocato o commercialista vorrebbe sentirsi chiedere dal proprio cliente. È molto più facile, infatti, distinguere cosa è lecito dall’illecito che trovare una via di fuga a metà tra i due confini. Un po’ come chiedere al medico se due sigarette al giorno fanno male. Specie in materia fiscale, poi, teoria e pratica sono cose talmente diverse da non riuscirsi a mischiare neanche col solvente. Detto ciò, se uno volesse dire quali sono gli errori da evitare per non rischiare un accertamento fiscale, almeno sulla carta, li potrebbe identificare nei seguenti comportamenti.

Indice

  • 1 Non gestire il conto corrente come se fosse tuo
  • 2 Non chiedere la fattura per ogni spesa
  • 3 Spese grosse: meglio il bonifico
  • 4 Non postare foto sui social network per far invidia agli amici
  • 5 La trappola dei mutui troppo alti e delle assicurazioni sulla vita

Non gestire il conto corrente come se fosse tuo

Immagina il tuo conto corrente come una scatola trasparente, dove ciò che fai può essere visto da chiunque. Se non sei giovane, avrai vissuto probabilmente negli anni in cui vigeva il cosiddetto «segreto bancario». È roba passata, non esiste più. Oggi la regola è quella opposta: il conto corrente non è il tuo piccolo regno, ma un deposito condiviso con l’Agenzia delle Entrate. La quale non solo può prelevare direttamente, senza autorizzazioni del giudice, quando ha ragioni di credito e te le ha notificate con la cartella esattoriale, ma può anche sapere quanti soldi hai e come li stai utilizzando. Grazie all’anagrafe dei conti correnti non c’è più bisogno delle ispezioni, con la Guardia di Finanza che fa gli accessi in banca e requisisce i documenti. Oggi tutto si fa dal computer e si vedono prelievi, versamenti, cassette di sicurezza, titoli, depositi, libretti. Tutto, insomma.L’Agenzia non potrà mai chiederti le ragioni di un prelievo, ma sui versamenti ha pieni poteri: per ogni singolo deposito di contanti o bonifico ricevuto può chiederti la giustificazione. Lo può fare per gli ultimi cinque anni e, se non hai presentato la dichiarazione dei redditi, per gli ultimi sette anni. Come fai a ricordare allora le ragioni di questo denaro? C’è la causale, dirai. Sì, ma non è mica con una causale che uno si può giustificare in caso di accertamento fiscale. Servono documenti scritti. Se hai ricevuto un bonifico, dovrai dimostrare di aver emesso una fattura o di aver ricevuto una donazione (e senza un contratto registrato come lo dimostri?). Se hai ricevuto un risarcimento ci sarà l’estratto conto a dimostrare la provenienza dei soldi. Se hai vinto al gioco dovrai conservare le ricevute. Per fortuna, quando si tratta di regali dai familiari conviventi non c’è ragione di dare spiegazioni: si presume che siano l’effetto dello spirito di solidarietà che lega i parenti più stretti e non invece il pagamento di prestazioni (anche se tuo padre ti ha dato la paghetta extra per avergli raso l’erba del campo). Ma dagli amici guardati bene: i loro regali potrebbero diventare i tuoi peggiori nemici (almeno nei confronti del fisco).

Torniamo agli errori da evitare per non rischiare un accertamento fiscale:

  • non versare mai sul conto denaro di cui non puoi dimostrare la provenienza o che ti è stato regalato informalmente, seppur in buona fede, ma senza un documento scritto;
  • preleva di tanto in tanto dal conto corrente: grazie al nuovo risparmiometro, l’Agenzia delle entrate si accorge se, a fine anno, hai dei risparmi che non possono essere compatibili con il reddito percepito e le spese necessarie a vivere (per esempio, se guadagni mille euro al mese, come fai a trovarti a fine anno con un deposito di 13mila euro? Con cosa hai campato?);
  • non accettare bonifici dagli sconosciuti: o meglio non dai tuoi parenti conviventi, salvo che siano regolari clienti ai quali hai emesso fattura o altra pezza giustificativa (ad esempio la ricevuta di prestazione occasionale).

Non chiedere la fattura per ogni spesa

Se hai una partita Iva, non aggiungerti alla già copiosa fila dei furbetti che sperano di scaricarsi dalle tasse la cena con gli amici, l’acquisto del televisore o dell’orologio chiedendo la fattura. Troppe spese fanno insospettire il fisco. Non è tanto un discorso di «inerenza» all’attività commerciale (a che ti serve il televisore a 52 pollici se fai il dentista? A intrattenere i clienti mentre aspettano?), ma di redditometro. Mi spiego meglio. Non nasconderti dietro un dito: anche tu avrai fatto qualche volta del nero. E magari con questi soldi, che non hai versato sul conto, avrai acquistato qualcosa. Ebbene, in tali ipotesi, fatti rilasciare solo lo scontrino, che è un documento anonimo.

Peraltro, se acquisti con la fattura la garanzia è di un solo anno, mentre senza fattura è di due anni (rientri infatti nelle norme sulla tutela del consumatore).

Spese grosse: meglio il bonifico

Se stai facendo una spesa di grosso importo, come l’acquisto di un’auto, e un genitore ti sta aiutando, fatti versare i soldi sul conto corrente o, diversamente, falli accreditare direttamente sul conto del venditore, facendo indicare nell’atto di vendita che l’acquisto viene fatto con denaro di un parente a titolo di donazione in tuo favore. Ciò ti metterà al riparo tanto dalle imposte sulla donazione quanto da un accertamento fiscale nel caso in cui la tua dichiarazione dei redditi denunci una situazione patrimoniale tale da non poterti permettere questo acquisto. Lo stesso dicasi nell’ipotesi in cui il familiare ti aiuti nelle spese quotidiane come nel pagamento delle bollette o del condominio.

Dunque per ritornare agli errori da evitare per non rischiare un accertamento fiscale:

  • non farti mai dare regali di denaro in contanti: peraltro, se superano tremila euro, il cash è vietato;
  • se acquisti un bene di lusso come un’auto o una casa, l’atto deve indicare che il denaro impiegato è il frutto di una donazione (così almeno hanno spiegato le Sezioni Unite della Cassazione).

Non postare foto sui social network per far invidia agli amici

Lo so… vorresti far vedere a tutti i tuoi contatti di Facebook che hai offerto alla tua compagna una cena di lusso o una vacanza in un resort a cinque stelle. Vorresti postare su Instagram le foto della crociera ai Caraibi. Ma lo sai che anche all’Agenzia delle Entrate hanno degli account social? No? Errore. Perché, stando a quanto hanno dichiarato i giornali negli scorsi mesi, un accertamento fiscale può originare anche da una immagine condivisa con i tuoi followers in cui ti vede fare la vita da nababbo. Questo non vuol dire che devi vestire col saio e i sandali, ma non apparire più ricco di quello che sei o di quello… che hai dichiarato essere.

La trappola dei mutui troppo alti e delle assicurazioni sulla vita

Il poverello che non ha liquidità chiede soldi in prestito alla banca.

Il poverello che non ha patrimoni e teme per il futuro dei suoi cari in caso di propria morte, si fa un’assicurazione sulla vita.

Ma se mutui e premi assicurativi hanno una rata troppo alta, la favola non regge più. E non sono pochi gli accertamenti fiscali intrapresi proprio per via dell’ingordigia della gente. Alla fine, anche i soldi pagati periodicamente agli intermediari finanziari sono un indice di ricchezza e fanno scattare il redditometro.

Quindi, ultimo consiglio per non rischiare un accertamento fiscale: fa tutto in proporzione alla tua dichiarazione dei redditi!

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