Le lettere di compliance e il ravvedimento operoso del contribuente prima che arrivi l’accertamento fiscale: cosa contiene la raccomandata inviata dall’Agenzia delle Entrate e come difendersi.

Quando arriva una raccomandata è quasi sempre per portare brutte notizie: tra multe, cartelle esattoriali e avvisi dell’Agenzia delle Entrate c’è poco da stare tranquilli. A rimanere indifferente è forse solo chi non ha nulla da perdere perché nullatenente e, se anche non paga, non può subire un pignoramento. Ma basta avere intestata una semplice auto per tremare: a nessuno piace rimanere a piedi e il fermo dell’auto è certamente il mezzo più utilizzato dal fisco per recuperare le proprie entrate. Se poi si aggiunge uno stipendio e un conto corrente o, peggio, una seconda casa allora il paniere con le uova è bell’e rotto. Ecco perché bisogna giocare di anticipo e sapere come difendersi per ridurre i danni al minimo. In questo articolo spiegheremo proprio come comportarsi e che fare se arriva una lettera dall’Agenzia delle Entrate.

Indice

  • 1 Lettera dell’Agenzia delle Entrate: di cosa si tratta?
  • 2 Perché conviene rispondere alla lettera dell’Agenzia delle Entrate?
  • 3 Esempio di comunicazione dell’Agenzia delle Entrate
  • 4 A chi invia le lettere l’Agenzia delle Entrate?
  • 5 Cosa fare quando si riceve una lettera dell’Agenzia delle Entrate
  • 6 Come chiedere informazioni
  • 7 Nel caso di errori commessi nella dichiarazione dei redditi

Lettera dell’Agenzia delle Entrate: di cosa si tratta?

In verità, a nessuno piace fare cause e pignoramenti, neanche al fisco. Così, negli ultimi tempi, l’Agenzia delle Entrate ha sposato una diversa strategia, quella della complianceossia della collaborazione: nel tentativo di stimolare l’adempimento spontaneo del contribuente lo invita in anticipo a regolarizzarsi. Lo fa inviandogli, appunto, una letteracon cui gli segnala anomalie riscontrate dalla sua dichiarazione dei redditi o dai beni che risultano a lui intestati. In questo modo l’interessato può sempre regolarizzare la propria posizione. Lo deve fare, però, prima che arrivi l’accertamento perché, dopo di questo, è ormai impossibile ogni forma di ravvedimento.

Queste comunicazioni non sono avvisi di accertamento, e non contengono nemmeno la determinazione delle sanzioni dovute, ma rappresentano un invito a verificare la propria posizione fiscale ed eventualmente mettersi in regola con il pagamento degli importi dovuti. Pertanto, coloro che, ricevuta la lettera e dopo averne verificato il contenuto, riconoscono la correttezza delle segnalazioni dell’Agenzia, possono rimediare e, quindi, regolarizzare la propria posizione usufruendo del ravvedimento operoso.

Le anomalie possono riguardare omissioni o infedeltà riscontrate mettendo a confronto i dati dichiarati dal contribuente nella dichiarazione dei redditi con quelli conservati all’interno delle banche dati dell’Agenzia. E il fisco, in questo, dispone di strumenti molto penetranti: l’Anagrafe tributaria, che contiene tutti i redditi dei contribuenti e le relative fonti, e l’Anagrafe dei conti correnti da cui invece risultano i rapporti bancari, i depositi, le cassette di sicurezza, le giacenze, i titoli e le movimentazioni.

La lettera potrebbe però derivare da una irregolarità riscontrata con gli studi di settore.

L’arrivo di una comunicazione dell’Agenzia delle Entrate potrebbe però anche essere il preludio a un «accertamento sintetico», quello cioè effettuato con il redditometro. Quando succede? Quando il fisco si accorge che il contribuente è proprietario di beni molto costosi (come auto o immobili) oppure ha fatto acquisti onerosi (polizze vite, viaggi, mutui) incompatibili con il proprio reddito. Mettendo a confronto ciò che uno guadagna con ciò che spende, il redditometro è infatti in grado di misurare se il contribuente ha delle disponibilità economiche non dichiarate e, in tal caso, l’ufficio gliene chiede la provenienza. Provenienza che può certo essere lecita: si può trattare di redditi esenti (come le donazioni) o già tassati alla fonte (come le vincite al gioco). In tal caso però bisognerà documentario al fisco con carte scritte.

Perché conviene rispondere alla lettera dell’Agenzia delle Entrate?

Da tutto ciò che abbiamo detto avrà già chiara una parte del quadro: se ricevi una lettera dall’Agenzia delle Entrate non devi prendere sottogamba la comunicazione e/o l’eventuale questionario che ti viene presentato, ma neanche preoccuparti più di tanto. Siamo infatti ancora in una fase collaborativa durante la quale puoi sia difenderti che ravvederti.

Il primo e più importante suggerimento che mi sento di darti, se ricevi una lettera dell’Agenzia delle Entrate, è di rispondere nei termini che ti vengono assegnati. Difatti, secondo l’orientamento della giurisprudenza, chi non si difende in questa sede (che potremmo chiamare “precontenziosa” o di “dialogo amministrativo”) non può poi far valere le sue difese davanti al giudice o presentare i documenti che gli erano stati chiesti dall’ufficio e che non ha inviato.

Invece, chi risponde alla lettera dell’agenzia delle entrate può sfruttare l’occasione per verificare se davvero ha commesso un errore o un’omissione e, in tal caso, regolarizzarsi con il ravvedimento operoso (ossia presentando una dichiarazione integrativa, insieme al versamento delle maggiori imposte, degli interessi e delle sanzioni ridotte). Solo in questo modo si può evitare la notifica di un avviso di accertamento il pagamento di imposte molto più salate (che possono arrivare finanche al 90% dell’imposta evasa). Invece, una volta arrivato l’avviso di accertamento, non c’è che optare per l’accertamento con adesione se si vuole ridurre al minimo il danno.

Al contrario, se il contribuente ritiene corretti i dati indicati nella sua dichiarazione, basterà inviare una comunicazione all’Agenzia, corredata da ulteriori documenti e informazioni.


Esempio di comunicazione dell’Agenzia delle Entrate

Gentile Signora/Signore,

ogni anno l’Agenzia delle Entrate esegue dei controlli automatizzati sulle dichiarazioni fiscali presentate per verificare che i dati siano corretti e i calcoli esatti. Si tratta, quindi, di un riscontro per controllare che non ci siano errori di compilazione o di calcolo e che i versamenti delle imposte siano stati effettuati esattamente e nei termini previsti.

Le comunichiamo, quindi, che secondo i nostri controlli la Sua dichiarazione Redditi XXX presenta gli errori che sono evidenziati nelle pagine che seguono.

Se è d’accordo con i nostri dati, può regolarizzare la Sua posizione versando la somma di …… euro, entro 30 giorni dal ricevimento di questa comunicazione. In questo caso, la sanzione, normalmente pari al 30% delle somme non pagate o pagate in ritardo, è ridotta al 10%. Per effettuare il versamento può utilizzare il modello di pagamento F24 già compilato che trova in allegato. L’importo è comprensivo della sanzione ridotta e degli interessi previsti.

Può usufruire della sanzione ridotta anche se decide di pagare a rate, versando la prima entro lo stesso termine di 30 giorni. All’interno del foglio Avvertenze, alla voce Modalità e termini di versamento, trova le indicazioni per il pagamento rateale.

Se, invece, ritiene che l’esito del controllo non sia corretto, sempre entro i 30 giorni, può fornire chiarimenti e dimostrare la correttezza dei dati da Lei dichiarati, utilizzando il nuovo canale di assistenza online CIVIS o la Posta elettronica certificata (PEC) oppure contattando i Centri di assistenza multicanale al numero telefonico 848.800.444 ovvero rivolgendosi a un qualsiasi ufficio dell’Agenzia. Nel foglio Avvertenze, alla voce Come far correggere eventuali errori, trova le indicazioni per accedere ai diversi servizi.

Infine, Le ricordiamo di conservare fino al 31 dicembre 20X3 tutti i documenti relativi alla dichiarazione Redditi 20X0. Entro quella data, infatti, l’Amministrazione finanziaria potrebbe eseguire ulteriori e più approfonditi controlli per verificare la Sua posizione fiscale.

Distinti saluti

Il Direttore Centrale


A chi invia le lettere l’Agenzia delle Entrate?

Non ci sono contribuenti privilegiati e altri meno nei controlli fiscali. Tutti – autonomi, dipendenti o anche disoccupati – possono essere messi sotto la lente d’ingrandimento dei controlli. In particolare, si tratta di contribuenti che risultano aver percepito e non dichiarato (o dichiarato solo in parte) una delle seguenti tipologie di reddito:

  • canoni di affitto (anche con il regime della “cedolare secca”)
  • stipendi da lavoro dipendente
  • pensioni
  • mantenimento dell’ex coniuge, a seguito di separazione, divorzio o annullamento del matrimonio
  • redditi professionali
  • redditi da lavoro autonomo
  • redditi di partecipazione in società, associazioni fra artisti e professionisti, imprese familiari, aziende coniugali
  • redditi di capitale relativi agli utili e agli altri proventi equiparati corrisposti da società di capitale o enti commerciali
  • altri redditi (redditi di lavoro autonomo non derivanti da attività professionali, redditi diversi)
  • redditi d’impresa derivanti da plusvalenze e sopravvenienze attive.

Le possibili irregolarità sono state riscontrate dall’Agenzia delle Entrate attraverso il confronto dei dati in suo possesso con quelli dichiarati dai contribuenti nel modello 730 o nel modello Unico persone fisiche.

Cosa fare quando si riceve una lettera dell’Agenzia delle Entrate

Se hai ricevuto una comunicazione o un questionario da parte dell’Agenzia delle Entrate troverai anche il nome, il cognome e il numero di telefono del responsabile del procedimento. Con lui potrai prendere un appuntamento per chiarire la tua posizione. Potrai farti accompagnare dal tuo commercialista o dall’avvocato esperto in fiscalità e diritto tributario. In questo modo potrai chiarire la tua posizione e comprendere se davvero hai commesso una violazione o se l’ufficio si è sbagliato. Prima dell’appuntamento con l’Agenzia delle Entrate però ti consiglio di recarti da un buon commercialista per verificare la tua posizione reddituale e comprendere come stanno le cose. Ad esempio controlla i dati presenti nel prospetto informativo e confrontarli con quelli riportati nella dichiarazione dei redditi per l’anno accertato; verifica di avere la copia di assegni o bonifici da cui si evidenziano i passaggi di denaro con cui hai acquistato i beni la cui titolarità ti viene contestata; recupera il contratto di affitto registrato.

Un altro avvertimento che mi sento di darti è non pensare di trovare prove testimoniali a tuo favore poiché queste nel processo tributario non hanno alcun valore: contano solo i documenti.

Come chiedere informazioni

Qualora si abbia la necessità di richiedere ulteriori informazioni in merito al contenuto della comunicazione ricevuta è possibile rivolgersi:

  • a un Centro di Assistenza Multicanale (CAM), attraverso i numeri 848.800.444 da telefono fisso e 06.96668907 da cellulare (costo in base al piano tariffario applicato dal gestore), dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 17, selezionando l’opzione “servizi con operatore > comunicazione direzione centrale accertamento”
  • alla Direzione Provinciale di competenza
  • a uno degli uffici territoriali della Direzione provinciale dell’Agenzia delle Entrate.
  • I funzionari dell’Agenzia forniscono l’assistenza necessaria, spiegando ai contribuenti i motivi per i quali è stata inviata la comunicazione e guidandoli, eventualmente, a reperire nel “Cassetto fiscale” i prospetti informativi di dettaglio utili a chiarire le anomalie riscontrate.

Nel caso di errori commessi nella dichiarazione dei redditi

Se la lettera dell’Agenzia delle Entrate ti contesta degli errori sulla dichiarazione dei redditi sei sempre in tempo per correggerli, evitando così successivi avvisi di accertamento. A tal fine devi necessariamente:

  • presentare una dichiarazione integrativa;
  • versare le maggiori imposte dovute e gli interessi, calcolati al tasso legale annuo dal giorno in cui il versamento avrebbe dovuto essere effettuato a quello in cui viene effettivamente effettuato;
  • versare le sanzioni in misura ridotta relative alle violazioni oggetto di comunicazione.

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