Una sentenza della Corte di Cassazione applica anche alle cartelle esattoriali inferiori ai 1000 euro emesse per il mancato pagamento del bollo auto la possibilità di usufruire delle agevolazioni previste dalla Pace fiscale.

Gli automobilisti che hanno dei contenziosi con il fisco relativi al mancato pagamento del bollo auto per gli anni tra il 2000 e il 2010 potranno ora usufruire del meccanismo di stralcio delle cartelle esattoriali previsto dal Governo giallo-verde nel Decreto fiscale 2018. A dirlo è una sentenza della Corte di Cassazione dello scorso aprile, dove si deliberava la decadenza delle richieste di pagamento dell’erario se la cartella esattoriale non avesse superato i 1.000 euro.

Più in generale, questi sono giorni di fermento per i contribuenti italiani. Sta infatti entrando nel vivo la prima fase dell’applicazione delle misure relative alla cosiddetta Pace fiscale, che prevede il saldo e lo stralcio delle pendenze fiscali, oltre alla rottamazione delle cartelle ter per tutti i cittadini che hanno un debito con il Fisco. Inoltre, pochi giorni fa è anche stato votato un emendamento presentato dalla Lega e per introdurre il rinvio al prossimo 31 luglio per i termini entro cui presentare domanda di adesione al piano di saldo e stralcio.

Secondo i dati riportati dall’Agenzia delle Entrate, sono circa 1,7 milioni le domande arrivate fino a qui, riguardanti all’incirca 13 milioni di cartelle esattoriali per un totale di circa 38 miliardi di euro di controvalore.

Per quanto riguarda nello specifico il bollo auto, però, non sarà l’imposta ad essere stralciata, ma la cartella emessa in conseguenza al mancato pagamento. Del resto, il fatto che anche queste cartelle possano rientrare all’interno di quelle che possono ora essere rottamate dipende prevalentemente dal loro importo. Infatti, prima del 2010 il bollo auto costava mediamente meno di 1.000 euro l’anno e quindi le notifiche di mancato pagamento rientrano a pieno titolo all’interno dei limiti previsti per lo stralcio e il successivo annullamento così come stabilito dal Decreto crescita.

Inoltre, il condono sul bollo si applicherà anche a coloro che hanno un contenzioso attivo con il Fisco o hanno avviato dei ricorsi in seguito alla richiesta di pagamento: anche in questi casi la Corte di Cassazione richiederà la cessazione di ogni controversia.

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