Viareggio, 4 settembre 2019 – Non ci dormiva più la notte per quella richiesta insistente della banca di rientrare dal saldo negativo di conto corrente per quasi 89mila euro. Ma dopo dieci anni di battaglia legale, un notissimo commercialista viareggino ha dimostrato le proprie ragioni, ribaltando le posizioni: è l’istituto di credito che deve dare a lui 32mila euro, dopo perizie e ricalcolo degli interessi anatocistici. Articolate le motivazioni nella sentenza del tribunale di Lucca che vertono attorno all’applicazione dell’interesse anatocistico con capitalizzazione trimestrale, fino al raggiungimento di «un tasso ai fini dell’usura marcatamente superiore alle soglie consentite», e alla violazione del principio di buona fede (dato che nelle condizioni contrattuali era riportato solo il tasso debitore del 12,5% mentre quello del creditore negli estratti non era indicato). «Il libero professionista – racconta l’avvocato Giampaolo Morini, esperto di diritto bancario, che ha tutelato il commercialista – aveva un rapporto ultratrentennale con quella banca in quanto intestatario di conto corrente con affidamento. Improvvisamente l’istituto ha cominciato a chiedere il rientro delle somme e a bloccare i pagamenti. Anche se non c’è segnalazione a sofferenza in centrale rischi, la visualizzazione nelle banche dati di uno sconfinamento, subito impedisce o limita l’accesso a credito.
Monitorare gli estratti conto è sempre utile ma è comprensibile che contestare le condizioni non porta buoni frutti nei rapporti con la banca. «Ecco che si arriva direttamente a situazioni in cui il dialogo si congela e si passa alla fase di incaglio – dice l’avvocato Morini – urge quindi il piano di rientro: sconsigliabile farlo a conto aperto. Infatti, pur pagando regolarmente la rata mensile, a fine anno addebitano gli interessi e il capitale si abbassa di poco o niente. Quindi il debito diventa infinito e ci guadagna solo banca. Meglio chiudere il conto corrente chiedendone il finanziamento a condizioni vantaggiose, trasformando il debito scaduto in debito a medio termine con un piano di rateizzazione sostenibile».
Francesca Navari