La prescrizione dell’avviso di accertamento per tutte le dichiarazioni dei redditi successive al 2016 segue i nuovi termini più lunghi e svantaggiosi al contribuente.

Si allungano i termini per gli accertamenti fiscali. Il 2017 è stato il primo anno le cui dichiarazioni dei redditi seguiranno il nuovo regime di decadenza: non più 4 anni per le dichiarazioni irregolari e 5 per le omesse dichiarazioni, bensì rispettivamente 5 e 7 anni. In buona sostanza, per i redditi incassati a partire dal 2016 e dichiarati nell’anno successivo, la riforma ha previsto termini di prescrizione più lunghi. Alla luce di ciò, chi nel 2018 riceverà un accertamento fiscale per dichiarazioni dei redditi anteriori al 2017 potrà applicare ancora il vecchio regime più breve e, quindi, più favorevole al contribuente. Per vedere invece gli effetti dei nuovi termini si dovrà aspettare ancora alcuni anni visto che gli accertamenti arrivano sempre sullo scadere degli ultimi giorni concessi dalla legge. Ma procediamo con ordine e cerchiamo di fare un po’ di chiarezza per verificare quali sono gli accertamenti fiscali prescritti nel 2018 e, quindi, quali sono quelli fuori termine.

Indice

  • 1 Termini di decadenza degli accertamenti fiscali
  • 2 Redditi dal 2016 in poi – Dichiarazioni dei redditi dal 2017 in poi
  • 3 Redditi fino al 2015 – Dichiarazioni dei redditi fino al 2016
  • 4 Dicembre 2017: quali accertamenti fiscali scadono?
  • 5 Gennaio 2018: quali accertamenti fiscali sono prescritti?
  • 6 Gennaio 2019: quali accertamenti fiscali sono prescritti?
  • 7 Gennaio 2020: quali accertamenti fiscali sono prescritti?
  • 8 Quando si vedranno gli effetti della riforma?
  • 9 Quando sanare l’omessa dichiarazione dei redditi?
  • 10 Quando sanare la dichiarazione infedele dei redditi?

Termini di decadenza degli accertamenti fiscali

Anche se si parla comunemente di prescrizione degli accertamenti fiscali, in realtà il termine più corretto è «decadenza». In pratica i termini per l’accertamento fiscale non sono altro che i termini entro cui l’Agenzia delle Entrate può passare al setaccio la dichiarazione dei redditi e verificare se c’è qualche anomalia, qualche reddito non dichiarato o altri tipi di irregolarità.

Sono principalmente due i tipi di illeciti tributari che interessano di più i contribuenti:

  • l’irregolare dichiarazione dei redditi: si ha quando, all’interno della propria dichiarazione, regolarmente presentata, non vengono indicati dei redditi o vengono indicati in misura inferiore rispetto a quelli percepiti, o vengono indicati dei costi superiori rispetto a quelli sostenuti o si utilizzano delle detrazioni e deduzioni fiscali cui invece non si ha diritto. In questo caso, la rettifica dell’Agenzia delle Entrate riguarda l’entità delle imposte da versare;
  • l’omessa dichiarazione dei redditi: in questo caso invece il contribuente non denuncia alcun reddito omettendo completamente l’obbligo di presentare la dichiarazione all’Agenzia delle Entrate.

Per come risulterà palese, l’omessa dichiarazione dei redditi è un illecito più grave della irregolare dichiarazione; per essa, pertanto, viene prevista una prescrizione più lunga.

Redditi dal 2016 in poi – Dichiarazioni dei redditi dal 2017 in poi

Come detto i termini di decadenza degli accertamenti fiscali sono stati di recente modificati. In particolare per tutti i redditi successivi al 2016, oggetto di dichiarazione nel 2017, essi sono:

  • irregolare dichiarazione dei redditi (o meglio detto «infedele dichiarazione dei redditi»): 5 anni che iniziano a decorrere dal 1° gennaio dell’anno successivo. Quindi, per tutte le anomalie nelle dichiarazioni dei redditi del 2017, la prescrizione dell’atto si compirà il 31 dicembre 2022. Il contribuente sarà finalmente “salvo” a partire dal 1° gennaio 2023;
  • omessa dichiarazione dei redditi: 7 anni che iniziano a decorrere dal 1° gennaio successivo a quello in cui la dichiarazione sarebbe dovuta essere presentata (e quindi scadono il 31 dicembre del settimino anno successivo). In pratica si parla fino al 2024. La decadenza si avrà solo a patire dal 1° gennaio 2025.

Redditi fino al 2015 – Dichiarazioni dei redditi fino al 2016

  • irregolare dichiarazione dei redditi: 4 anni che iniziano a decorrere dal 1° gennaio dell’anno successivo. Quindi, per tutte le anomalie nelle dichiarazioni dei redditi del 2016, la prescrizione dell’atto si compie il 31 dicembre 2020. Il contribuente sarà finalmente “salvo” a partire dal 1° gennaio 2021;
  • omessa dichiarazione dei redditi: 5 anni che iniziano a decorrere dal 1° gennaio successivo a quello in cui la dichiarazione sarebbe dovuta essere presentata (e quindi scadono il 31 dicembre del settimino anno successivo).

Dicembre 2017: quali accertamenti fiscali scadono?

Al 31 dicembre 2017 scadono i termini di decadenza degli accertamenti relativi a:

  • periodo di imposta 2012 per quanto riguarda le dichiarazioni irregolari
  • periodo di imposta 2011 per quanto riguarda le omesse dichiarazioni.

Ciò ovviamente comporta, proprio negli ultimi giorni dell’anno, un’accelerazione della chiusura delle attività di controllo per procedere al più presto alla notifica dell’atto impositivo. In tale contesto normalmente non viene svolto alcun contraddittorio trattandosi generalmente di controlli cosiddetti “a tavolino” svolti cioè presso l’ufficio e non presso la sede del contribuente per i quali ormai per giurisprudenza costante di legittimità non è necessario alcuna forma di contraddittorio preventivo.

Gennaio 2018: quali accertamenti fiscali sono prescritti?

A partire dal 1° gennaio 2018, quindi, i contribuenti che hanno omesso qualche reddito nella dichiarazione del 2012 o che non hanno presentato le dichiarazioni dei redditi del 2011 sono salvi e non potranno più subire alcun accertamento fiscale.

Gennaio 2019: quali accertamenti fiscali sono prescritti?

Sempre seguendo la stessa regola, a partire dal 1° gennaio 2019, i contribuenti che hanno omesso qualche reddito nella dichiarazione del 2013 o che non hanno presentato le dichiarazioni dei redditi del 2012 non potranno subire l’accertamento fiscale.

Gennaio 2020: quali accertamenti fiscali sono prescritti?

Anche nel 2020 continueranno ad applicarsi i vecchi termini di decadenza, essendo interessate le dichiarazioni dei redditi del 2014 (in caso di irregolarità) e del 2013 (in caso di omessa presentazione). Proprio queste, infatti, saranno non più “accertabili” da parte dell’Agenzia delle Entrate.

Quando si vedranno gli effetti della riforma?

Come detto, la riforma dei termini di decadenza degli accertamenti fiscali riguarda i redditi prodotti nel 2016, da dichiarare nel 2017. Solo a partire da queste date gli accertamenti potranno essere spediti entro 5 o 7 anni, ossia fino al 2022 e 2024.

Quando sanare l’omessa dichiarazione dei redditi?

L’omessa presentazione della dichiarazione può essere sanata attraverso il ravvedimento operoso solo entro il termine di 90 giorni dalla scadenza originaria, presentando la dichiarazione e versando contestualmente la relativa sanzione di euro 25 (1/10 di € 250).

Se il ravvedimento è effettuato dall’intermediario per omessa trasmissione telematica, questo deve corrispondere la sanzione ridotta di € 51 (1/10 di € 516) per ciascuna trasmissione telematica tardiva. In questo caso, rimane autonoma la sanzione per tardiva presentazione della dichiarazione del contribuente.

Se l’omissione riguarda il modello UNICO, contenente dichiarazione dei redditi e IVA, va versata la sanzione ridotta per ogni tipologia di dichiarazione; pertanto, la sanzione complessivamente da versare è pari a € 50.

Quando sanare la dichiarazione infedele dei redditi?

È altresì possibile sanare l’irregolare dichiarazione dei redditi mediante il ravvedimento operoso. Ciò può avvenire con le seguenti modalità:

  • presentazione di dichiarazione integrativa dalla quale risulti la maggiore imposta dovuta o il minor credito spettante;
  • versamento delle somme dovute a titolo di imposta, di interessi legali maturati dal giorno della violazione a quello della regolarizzazione e della sanzione ridotta.

La sanzione varia a seconda che la dichiarazione integrativa venga presentata entro 90 giorni dalla scadenza del termine per la dichiarazione originaria o successivamente:

  • ravvedimento entro 90 giorni dalla scadenza ordinaria: la sanzione è di € 250 ridotta a 1/9 (€ 27,78) ma deve essere sanato autonomamente l’eventuale omesso versamento delle imposte; se l’errore è rilevabile in sede di controllo automatizzato o formale della dichiarazione, la sanzione irrogabile è solo quella di omesso versamento (30%) da ravvedere;
  • ravvedimento oltre 90 giorni: la sanzione è pari al 90% della maggiore imposta dovuta da ravvedere con riduzione a 1/8, 1/7, 1/6 o 1/5 a seconda del momento di ravvedimento. Tuttavia, se la violazione da sanare costituisce mera irregolarità dichiarativa che non incide sull’imposta e l’imponibile (es. errata indicazione dei dati del contribuente) la sanzione da ravvedere è di € 250.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *