In arrivo migliaia di accertamenti dall’Inps per i contributi non pagati di colf e badanti: molte cartelle però sono illegittime.

Datori di lavoro domestici in massimo allarme: sono in arrivo dall’Inps, difatti, 214mila accertamentiper contributi dei lavoratori domestici non pagati, per i periodi a partire dall’ultimo trimestre 2012. Un brutto colpo per moltissime famiglie, che si trovano ad affrontare una spesa imprevista anche salata, considerando che in alcune ipotesi le cartelle oltrepassano anche i 10mila euro.

Nella maggior parte dei casi si tratta, però, di cartelle pazze, perché i contributi dei lavoratori domestici richiesti dall’Inps si riferiscono a rapporti di lavoro già cessati, all’epoca in cui sarebbe dovuto avvenire il versamento. Come mai è successo questo pasticcio?

Il problema nasce dal fatto che, sino al 2009, i licenziamenti e, in generale, le cessazioni del rapporto di lavoro domestico non dovevano essere comunicati all’Inps, ma ai servizi per l’impiego. Il mancato aggiornamento degli archivi dell’Inps ha dunque fatto sì che l’istituto ritenesse ancora attivi dei rapporti di lavoro terminati da anni, facendo figurare i datori di lavoro domestici con gravissime inadempienze.

Ma che cosa si deve fare se si riceve una cartella pazza dall’Inps?

Cartelle pazze lavoratori domestici, come rimediare

Chi riceve una cartella in cui l’Inps chiede contributi non dovuti per un collaboratore domestico deve esibire all’istituto la ricevuta di cessazione del rapporto di lavoro, per ottenere l’annullamento degli avvisi.

Se la ricevuta non si trova, si può provare a contattare l’ex collaboratore domestico, perché confermi che il rapporto è cessato in una data anteriore a quella per cui si richiedono i contributi.

Se il lavoratore non è rintracciabile, si può produrre una dichiarazione di responsabilità, come chiarito dal segretario nazionale di Assindatcolf (Associazione nazionale dei datori di lavoro domestico).

Cartelle pazze  per lavoratore domestico inesistente

Ad alcune persone è capitato anche di ricevere cartelle dall’Inps in relazione a un rapporto di lavoro domestico mai esistito: in questi casi, è necessario sporgere denuncia per furto di identità e comunicare la denuncia all’Inps. Si tratta infatti di truffe finalizzate ad ottenere il permesso di soggiorno, sfruttando l’identità di un terzo ignaro di tutto.

Contributi lavoratori domestici, quando si pagano

Se, invece, il rapporto di lavoro domestico, nel periodo contestato dall’Inps, effettivamente era esistente, e non è stata pagata la relativa contribuzione, non resta altro da fare che mettere mano al portafogli e pagare la cartella.

Ricordiamo, a questo proposito, quali sono  i termini per il pagamento dei contributi di colf e badanti, la cui periodicità è trimestrale:

  • primo trimestre: 1-10 aprile;
  • secondo trimestre: 1-10 luglio;
  • terzo trimestre: 1-10 ottobre;
  • quarto trimestre: 1-10 gennaio.

I contributi possono essere versati utilizzando i bollettini Mav, inviati dall’Inps e precompilati con gli importi dovuti. Nel caso siano intervenute variazioni orarie, attraverso il sito web dell’Inps è possibile indicare le variazioni e stampare un altro bollettino Mav con gli importi conformi.

I Mav possono essere pagati presso:

  • sportelli postali;
  • tabaccherie convenzionate (Circuito Reti Amiche);
  • sportelli bancari e sito internet Unicredit;
  • online, direttamente sul sito web dell’Inps, alla pagina Portale dei Pagamenti, utilizzando una carta di credito;
  • tramite Contact Center Inps-Inail, utilizzando una carta di credito.

Le variazioni degli importi possono essere richieste anche agli operatori del Circuito, del Contact Center, o effettuate tramite procedura online.

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