Da luglio 2018 le spese sostenute per l’acquisto della benzina potranno essere scaricate solo se il pagamento verrà effettuato con mezzi tracciabili. Obbligatoria la fattura elettronica per chi ha la partita Iva. Abolita di fatto la scheda carburante
Se ti stai chiedendo come scaricare i costi della benzina dalle tasse, allora stai leggendo l’articolo giusto. Ed infatti, forse non tutti sanno che dal 1° luglio 2018 le regole per scaricare i costi del carburante cambieranno. In particolare, secondo le nuove disposizioni le spese sostenute per l’acquisto della benzina potranno essere portate in deduzione e l’Iva in detrazione, solo se il pagamento verrà effettuato con mezzi tracciabili. Inoltre, con le ultime novità introdotte dal decreto semplificazioni, la scheda carburante non sarà più obbligatoria se il pagamento viene documentato mediante moneta elettronica. In sostanza, dunque, dal 1° luglio 2018 l’unico modo per scaricare le spese per il rifornimento sarà effettuare il pagamento attraverso carte di credito, carte di debito o carte prepagate: è quanto stabilito dalla legge di Bilancio 2018 [1], al fine di contrastare frodi ed evasioni.
Non solo, come avevamo già preannunciato in Carburanti: scatta l’obbligo di fattura elettronica, per chi ha la Partita Iva, gli acquisti di carburante effettuati presso gli impianti stradali di distribuzione dovranno essere documentati con la fattura elettronica. Cambiano, quindi, le modalità per dedurre i costi relativi al rifornimento del proprio veicolo, e si mandano di fatto in soffitta i contanti e le schede carburante. I pagamenti in contanti, accompagnati dalle schede carburante, potranno comunque essere effettuati sino al 30 giugno 2018.
Ciò posto, cerchiamo di fare ulteriore chiarezza e vediamo come fare per scaricare dalle tasse i costi del carburante e come cambieranno le cose a partire dal 1°luglio 2018.
Indice
- 1 Carburante: quali spese di possono scaricare
- 2 Scheda carburante: cos’è e come funziona
- 3 Acquisto del carburante con le carte di credito
- 4 Carburanti: scatta l’obbligo di fattura elettronica
- 5 Benzina: obbligo di chiedere la fattura elettronica
- 6 Carburanti: per chi vale l’obbligo di fattura elettronica?
- 6.1 Benzina e fattura elettronica: quali conseguenze?
- 6.2 Carburanti: perché la fattura elettronica è obbligatoria?
Carburante: quali spese di possono scaricare
Cominciamo innanzitutto con il dire che non tutte le spese per l’acquisto di carburante possono essere scaricate dalle tasse. Ed infatti, possono essere dedotte dal reddito del professionista solo le spese per il rifornimento del veicolo utilizzato nell’esercizio della professione (anche se non è necessario che il veicolo risulti intestato al professionista, ad esempio nelle ipotesi di noleggio o leasing).
A questo proposito, bisogna ricordare che le spese relative all’auto o al diverso veicolo del professionista non sono deducibili dal reddito al 100%, ma nella misura del 20%, mentre l’Iva può essere detratta nella misura del 40%. Questi limiti di deducibilità e detraibilità non valgono soltanto per l’acquisto del mezzo di trasporto, ma anche per le spese di manutenzione e di rifornimento.
In pratica, i costi della benzina o del gasolio non possono essere interamente sottratti dal reddito, ma può essere dedotto solo il 20%, mentre l’Iva può essere detratta nella misura del 40%.
Scheda carburante: cos’è e come funziona
La scheda carburante, chiamata anche carta carburanti, è il documento che attesta l’acquisto del carburante presso i distributori stradali, al fine di consentire la detrazione Iva e la deduzione fiscale del costo dal reddito di imprese e professionisti.
Affinché il costo del carburante possa essere dedotto bisogna indicare nella scheda:
- i dati anagrafici e il numero di partita Iva di chi acquista il carburante;
- la data dell’acquisto del carburante;
- la marca ed il modello del mezzo, nonché il numero di targa;
- i dati anagrafici del venditore comprensivi di partita Iva;
- la quantità di carburante acquistato con il relativo prezzo;
- la firma ed il timbro aziendale del venditore;
- il numero dei Km percorsi dal mezzo.
Se la scheda carburante non è compilata correttamente e in tutti i suoi elementi, il costo della benzina non può essere scaricato dalle tasse.
Con le ultime novità introdotte dal decreto semplificazioni, la scheda carburante non è più obbligatoria se il pagamento viene documentato mediante moneta elettronica, ovvero, carta di credito, di debito o prepagata.
Acquisto del carburante con le carte di credito
Come appena detto, la scheda carburante non è necessaria se l’acquisto è effettuato esclusivamente con carte di credito, carte di debito o carte prepagate, se emesse da operatori finanziari soggetti all’obbligo di comunicazione. Ciò in quanto, dal 1° luglio 2018, l’acquisto con questi strumenti sarà l’unico che darà diritto a dedurre le spese di rifornimento.
Attenzione: l’acquisto in contanti non sarà vietato, ma impedirà di scaricare i costi del carburante.
Per quanto riguarda le modalità di utilizzo delle carte per l’acquisto di carburante, affinché sia garantita la detrazione dell’Iva e la deducibilità dei costi, il mezzo elettronico di pagamento deve:
- essere rilasciato da un operatore finanziario soggetto all’obbligo di comunicazione all’anagrafe tributaria;
- essere intestato al soggetto che esercita l’attività economica.
È possibile utilizzare la carta elettronica per effettuare anche altre spese, purché il pagamento del rifornimento avvenga con una transazione distinta. Non possono essere considerate moneta elettronica le carte fedeltà, anche se utilizzate per il pagamento.
Carburanti: scatta l’obbligo di fattura elettronica
Da luglio 2018 sarà obbligatoria la fattura elettronica per i rifornimenti di benzina in favore di chi ha la partita Iva, imprese e professionisti. La legge di Bilancio 2018 [1] oltre ad abrogare di fatto la scheda carburante, ha previsto l’obbligo di emissione della fattura elettronica per le cessioni di benzina o di gasolio destinati ad essere utilizzati come carburanti per motori. Gli acquisti di carburante effettuati presso gli impianti stradali di distribuzione da parte di soggetti Iva, dunque, dovranno necessariamente essere documentati con fattura elettronica. Sono esclusi dall’obbligo di certificazione solamente gli acquisti effettuati al di fuori dell’esercizio di impresa, arte e professione. In pratica, quindi, l’obbligo di emissione della fattura elettronica non opererà solo con riferimento ai rifornimenti effettuati a privati consumatori.
Benzina: obbligo di chiedere la fattura elettronica
Da quanto precede, ne consegue che i professionisti, gli imprenditori e – più in generale – i titolari di partita Iva, nel momento in cui fanno benzina, saranno obbligati a chiedere l’emissione di una fattura elettronica. La legge sul punto parla chiaro: «gli acquisti di carburante per autotrazione effettuati presso gli impianti stradali di distribuzione da parte di soggetti passivi dell’imposta sul valore aggiunto devono essere documentati con la fattura elettronica» [2].
Carburanti: per chi vale l’obbligo di fattura elettronica?
Come anticipato, la fattura elettronica sarà obbligatoria solo a fronte degli acquisti di benzina posti in essere dai soggetti Iva. L’esonero dalla certificazione dei corrispettivi resta in vigore solo per i rapporti con i privati consumatori. Le nuove disposizioni, infatti, sul punto chiariscono che per gli esercenti attività di distribuzione, l’esonero dall’obbligo di certificare i corrispettivi per le forniture di carburante si applica solo per i rifornimenti effettuati a privati consumatori.
Benzina e fattura elettronica: quali conseguenze?
L’obbligo imposto per legge di dover certificare i corrispettivi derivanti dalla cessione di carburante per autotrazione da parte dei singoli esercenti, potrebbe manderebbe in tilt il sistema. Diventerebbe, infatti, onere del benzinaio tutte le volte che effettua un rifornimento a un soggetto dotato di partita Iva emettere la fattura elettronica e ciò anche per una sola operazione. Si consideri, inoltre, che la disposizione si applicherebbe nella maggioranza dei casi ad autovetture aziendali e che viaggiano quindi esclusivamente per motivi di lavoro. L’obbligo di fattura elettronica a fronte di ogni singola operazione di rifornimento appare, dunque, sproporzionato, soprattutto se raffrontato alla ratio della norma, di seguito esplicata.
Carburanti: perché la fattura elettronica è obbligatoria?
L’intento del governo è quello di porre un freno agli abusi nell’autocertificazione dei costi per carburanti. L’obiettivo delle nuove disposizioni, infatti, è quello di garantire la tracciabilità del pagamenti. Ed infatti, le spese per carburante saranno deducibili nella misura di cui effettuate esclusivamente mediante carte di credito, carte di debito o carte prepagate. Ed infatti, abrogata la disciplina della scheda carburante, la deduzione del costo e la detrazione ai fini Iva delle spese relative ai rifornimenti sono legittimate solo in presenza di pagamenti tracciabili.
Come anticipato, si tratta di una novità che potrebbe creare non poche criticità ai benzinai, che dovranno emettere fatturazioni ai soggetti titolari di partita Iva ogni volta che viene eseguito un rifornimento. La disposizione si applicherà alle autovetture a uso aziendale, che ai fini delle imposte dirette recuperano il 20% del costo sostenuto per il carburante. Una decisione, quella del governo, che si presterà a critiche da parte delle associazioni di categoria anche perché non semplificherà la gestione contabile e fiscale, né sembrerebbe volta a contenere i costi gestionali delle imprese. Come detto, le nuove disposizioni diventeranno operative da luglio 2018, ma – sulla base di quanto descritto – non si escludono modifiche.