L’Agenzia delle Entrate attingerà alla banca dati dell’archivio dei rapporti per le verifiche sui contribuenti

di Gabriella Lax – Compravendita di oro e preziosi, prodotti assicurativi, ma anche carte di credito, conti correnti e libretti, sono le nuove cartine di tornasole per verificare il livello di evasione. Si muoverà così l’Agenzia delle entrate tramite l’utilizzo delle informazioni contenute nell’archivio dei rapporti in modo da ricostruire il patrimonio finanziario dei contribuenti e trovare incrementi non giustificati dai redditi prodotti nell’anno, al netto delle spese sostenute. Incrementi o variazioni anomale saranno considerate sintomo di “rischio fiscale” e potranno mobilitare accertamenti da parte dell’Agenzia.

Agenzia delle entrate, sottovalutati i dati in possesso

I dati riferiscono di un’evasione tra i 100 ed i 110 miliardi di euro, riferita a tributi e contributi persi ogni anno. Drastici i giudici della Corte dei conti che denunciano da parte dell’Agenzia un “chiaro sottoutilizzo” del numero imponente di informazioni comunicate dalle banche e dagli altri operatori finanziari, numeri che il Fisco avrebbe potuto meglio utilizzare, istituendo, ad esempio “liste selettive” di contribuenti a maggior rischio di evasione (come ha previsto il decreto legge 201/2011) e per condurre “analisi del rischio” di evasione (come indicato dalla legge di Stabilità del 2015), come riferisce anche il Sole 24 Ore. Quanto invece, guardando alle attività fino a luglio 2017, «deve registrarsi l’inesistenza di selezioni di contribuenti attraverso lo strumento dell’archivio dei rapporti finanziari». Nonostante il fatto che questo strumento, dopo una lunga progettazione, sia funzionante e utilizzato per altri tipi di accertamenti e indagini, anche in campo penale.

Fisco, contro l’evasione più controllo nei conti correnti e libretti

Nel mirino di quest’anno ci sono le persone fisiche e nel 2019 quelle giuridiche, in modo da effettuare il completamento di sperimentazione «già avviata». Analisi del Fisco sono già riservate al periodo d’imposta 2013, solo rispetto a conti bancari, rapporti fiduciari, gestioni collettive del risparmio, gestioni patrimoniali, certificati di deposito e buoni fruttiferi. Le verifiche sperimentali abbracceranno anche al periodo d’imposta 2014, e si estenderanno a carte di credito, prodotti finanziari emessi da imprese di assicurazione, acquisto e vendita di oro e metalli preziosi.

 L’occhio di riguardo, per scoprire eventuali evasioni, è quello che l’Agenzia delle entrate focalizzerà su risparmio e depositi dei contribuenti. In questo senso l’accertamento scatta in caso di consistenti variazioni di risparmio rispetto al reddito medio. Sotto controllo dunque: i dati sull’apertura e la chiusura dei rapporti finanziari, le informazioni sui saldi e i movimenti di conti correnti, conti di deposito, rapporti fiduciari, carte di credito e altri rapporti finanziari.
 (19/02/2018 – Gabriella Lax)

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