La relazione di Boccia all’assemblea di Confindustria: chiesta una collaborazione fra tutti i partiti per la stesura di piano per mettere in sicurezza i conti

Dobbiamo dirci con franchezza che non ci sono scelte semplici o indolori con la prossima legge di Bilancio” perchè “se l’Italia volesse rispettare alla lettera le regole europee previste dal Patto di Stabilità e Crescita, dovrebbe fare una manovra strutturale per il 2020 da almeno 32 miliardi di euro: una manovra imponente, con effetti recessivi”.

Il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, nella sua ultima relazione da presidente all’assemblea all’assemblea annuale dell’associazione degli imprenditori italiani, in chiave anti-recessione, chiede “responsabilità e ragionevolezza” per “costruire insieme un piano triennale – credibile e ambizioso allo stesso tempo – che ci permetta di trattare con i partner europei un aggiustamento graduale, serio e strutturale, affiancato a misure per sostenere la difficile fase congiunturale. Affrontiamo in modo non ideologico il nodo risorse, mettiamo il debito pubblico su un sentiero discendente e la crescita su un sentiero ascendente”.

E l’appello: “Oggi Confindustria propone al Governo del Paese e alle opposizioni di collaborare tutti insieme per impostare una politica economica basata su realismo e pragmatismo, guidata dalla visione. Pragmatismo nelle scelte – non ideologiche, ma di buon senso- e visione prospettica”.  Lo scopo è anche quello di “evitare un autunno freddissimo per la nostra economia“.

“Le soluzioni, che ci sono – dice Boccia –  vanno individuate e portate a sintesi per costruire un programma di medio termine con il quale gestire un aggiustamento parziale dei conti e venir premiati dai mercati. Abbasseremo lo spread e rilanceremo la crescita”, ha concluso.

In quest’ottica, per il numero uno di Viale dell’Astronomia vanno evitate “le parole che producono sfiducia sono contro l’interesse nazionale” e “le parole di chi governa non sono mai neutre: influenzano le decisioni di investitori, imprenditori e famiglie”, ha specificato Boccia riferendosi alle ultime dichiarazioni del vicepremier Matteo Salvini sullo sforamento dei parametri di Maastricht

“Nessuno può sapere con certezza – ha continuato senza usare mezzi termini – quale sarà la vera crescita quest’anno, per le tante variabili che condizionano oggi questo tipo di analisi. Ma la tendenza è chiara: il Paese non riparte con lo slancio dovuto, necessario, che è alla nostra portata, che ci meritiamo“. Quindi, ha sostenuto Boccia, “per rimetterci a correre sarà utile liberarci dal peso di parole che inducono alla sfiducia. che evocano negatività, che peggiorano il clima”.

In quest’ottica, “la politica deve anche riappropriarsi del suo primato, restituire sogno e visione, darsi grandi obiettivi e approntare strumenti e risorse per raggiungerli” e “smettere di dividersi su promesse che non si possono mantenere e concentrarci tutti sulle cose da fare. Che sono tante e impegnative”.

In un altro passaggio della sua relazione all’Assemblea, Boccia ricorda che Confindustria ha già “detto chiaramente che aumentare il deficit per la spesa corrente – non per gli investimenti – e, di conseguenza, aggravare il debito pubblico, è l’esatto opposto di quello che serve al Paese”. Il riferimento è alla legge di Bilancio 2019 e al Def che per il prossimo anno prevede ancora al rapporto debito/Pil in crescita. 

Non è ancora chiaro come evitare l’aumento dell’Iva e introdurre la flat tax, come afferma di voler fare il Governo. Dobbiamo attirare l’attenzione sullo stato del debito pubblico che non è migliorato neanche nei recenti anni buoni della crescita”. Per il presidente degli industriali “farlo e’ cruciale: se il rendimento dei titoli di Stato italiani si abbassasse al livello di quelli spagnoli (circa 150 punti base in meno) gia’ il prossimo anno si potrebbero risparmiare 5 miliardi di euro in spesa per interessi. Se la crescita raggiungesse il livello francese, ecco che il debito pubblico scenderebbe automaticamente. Tassi spagnoli e crescita francese sono obiettivi a portata di mano per la prossima Manovra di bilancio”. 

Oltre a spezzare una lancia in favore del “decreto Crescita e dello Sblocca-cantieri che sono sulla strada giusta”, anche perché “sembrano superare una visione pregiudiziale verso l’attività di impresa”, Boccia ha chiesto “un piano shock per grandi infrastrutture e piccole opere destinate a mettere in sicurezza suolo, ponti, scuole e ammodernare strade. Con modalità di erogazione snelle e tempi rapidi”.

“Poniamoci l’obiettivo di raddoppiare in tre anni – ha aggiunto poi Boccia parlando del sistema formativo – il numero degli ITS. Apriamo la Pubblica Amministrazione iniziando a valorizzare i nostri talenti, con un piano straordinario di 10 mila assunzioni di giovani qualificati. Più ingegneri, economisti, architetti, geologi. Questo, ne siamo certi, aiuterebbe l’efficacia delle decisioni pubbliche e, quindi, chi produce. Tagliamo i tempi della giustizia, investendo sulle persone, sulle tecnologie, sull’organizzazione. Presentiamoci come un Paese dotato di regole e procedure chiare, che non rimette continuamente in discussione le decisioni prese. Scriviamo meno leggi, monitoriamone gli effetti, valutiamo l’impatto e poi correggiamo le criticità. Lavoriamo con Cassa Depositi e Prestiti per consentire alle Pubbliche Amministrazioni di pagare i debiti verso le imprese: il ritardo e’ inaccettabile e provoca sofferenze che non hanno nulla a che vedere con i rischi tipici del mercato”. 

E poi un invito rivolto sulla Tav al vicepremier Luigi Di Maio, presente sul palco nei banchi dei vicepresidenti di Confindustria. “Le infrastrutture sono parte della precondizione per la crescita“, ha sottolineato Boccia. “il 3 dicembre dello scorso anno a Torino con altre dieci organizzazioni imprenditoriali in rappresentanza di oltre tre milioni d’imprese – che ringraziamo per la continua collaborazione e condivisione di visioni e valori – ci siamo riuniti per ribadire ad alta voce tre Si‘: alla Tav, alle infrastrutture, alla crescita. Perchè un Paese che non si collega alle grandi reti infrastrutturali europee e mondiali ipoteca il suo futuro e condanna i suoi cittadini all’isolamento. Abbiamo segnalato l’urgenza di riaprire i cantieri e avviare una grande stagione d’investimenti pubblici”, ha rimarcato Boccia. 

iIntervenendo all’assemblea, il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte ha voluto trnquillizzare gli imorenditori, spiegando lo che  “nel Def a fini prudenziali abbiamo stimato una crescita per il 2019 a +0,2% ma siamo ferocemente determinati a superare questo livello. Siamo fiduciosi che i provvedimenti adottati e in cantiere e i nuovi strumenti consentiranno all’economia di poter crescere, siamo fermamente convinti che l’Italia possa farcela”.

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