Esecuzione forzata: quando è possibile il pignoramento di due quinti dello stipendio. L’accodo e l’esecuzione forzata contemporanea.
Si può pignorare uno stipendio su cui c’è già un altro pignoramento in corso? E se il pignoramento preesistente fosse fasullo, creato cioè ad arte – grazie a una persona compiacente – solo per impedire l’azione esecutiva dei propri creditori? Che succede invece se sulla busta paga pende una precedente cessione del quinto? È possibile il pignoramento di due quinti dello stipendio? Sono domande tipiche che si pone chi sta combattendo con i debiti e teme che la propria retribuzione, già ai minimi per le spese fisse mensili dovute per l’affitto, il mutuo o le utenze varie, possa essere ulteriormente ridotta dall’aggressione di uno o più creditori. E di certo la lista dei soggetti che possono pignorare lo stipendio è ampia: si va dalla finanziaria all’ex moglie (che può arrivare a bloccare anche il Tfr), dall’ex padrone di casa all’amministratore
condominio a cui non sono state pagate le quote, dal vicino di casa che ha vinto un processo alla società di riscossione esattoriale per i tributi del Comune.
In teoria nulla vieta che si possa avere un pignoramento del quinto dello stipendio già pignorato anche se questa eventualità è soggetta a una serie di limitazioni. Di tanto parleremo qui di seguito per chiarire ogni dubbio sull’argomento.
Prima però ti consiglio di leggere la nostra guida Quanto si può pignorare dello stipendio che ti consentirà di comprendere con più facilità ciò che stiamo per dire.
Indice
Chi decide il pignoramento dello stipendio?
Prima di entrare nel vivo del discorso e spiegare quando è possibile il pignoramento del quinto dello stipendio già pignorato, è bene fornire un po’ di informazioni generali sull’argomento.
A decidere il pignoramento dello stipendio è il creditore che, consigliato dal suo avvocato, valuta quali beni del debitore è più conveniente sottoporre ad espropriazione forzata. Lo stipendio è sicuramente quello più immediato (anche perché il denaro non deve essere messo all’asta e venduto come invece i beni mobili e immobili). Specie se si tratta di un lavoro subordinato, gli importi versati mensilmente dall’azienda sono certi (almeno fino al licenziamento, alle dimissioni o al pensionamento).
Peraltro il creditore può ben sapere dove il debitore lavora, avendo la possibilità di consultare – dopo la notifica dell’atto di precetto e dietro autorizzazione del presidente del tribunale – l’anagrafe tributaria, un archivio dell’Agenzia delle Entrate dove sono indicati i redditi di tutti i contribuenti e le rispettive fonti.
Chi esegue il pignoramento dello stipendio?
A eseguire il pignoramento dello stipendio è materialmente l’ufficiale giudiziario. Lo fa con un atto che ha redatto l’avvocato del creditore, notificato sia all’azienda che al debitore stesso. Il pignoramento può però avvenire solo dopo che ci sia stata una precedente sentenza di condanna del giudice o l’emissione di un decreto ingiuntivo a cui, nei 40 giorni successivi, non sia seguita l’opposizione.
In alternativa è sempre possibile pignorare lo stipendio anche in presenza di un assegno o una cambiale protestati oppure di un contratto di mutuo firmato davanti al notaio, senza l’intervento del giudice.
Come si esegue il pignoramento dello stipendio?
Lo stipendio può essere pignorato in due modi diversi: o prima che l’azienda lo eroghi al dipendente, oppure dopo. Nel primo caso, l’atto di pignoramento viene notificato al datore di lavoro: da tale momento, quest’ultimo è tenuto a trattenere dalla busta paga del proprio dipendente un quinto del netto dell’importo. Tale accantonamento deve essere poi versato mensilmente al creditore sino all’estinzione del debito. In ogni caso, c’è sempre bisogno prima dell’ordine del giudice: ciò avviene in un’udienza la cui data è fissata nell’atto di pignoramento ed a cui il debitore può partecipare. Prima di quella data, il datore di lavoro deve aver comunicato al creditore a quanto ammonta la busta paga in modo che il giudice possa calcolare il quinto pignorabile.
Pignoramento del quinto dello stipendio già pignorato
Nel secondo caso, invece, il pignoramento può avvenire direttamente sul conto corrente bancario su cui l’azienda accredita – obbligatoriamente per legge – lo stipendio al proprio dipendente. Qui il pignoramento deve seguire tali regole:
- le somme già depositate al momento della notifica del pignoramento alla banca possono essere pignorate solo per la parte che eccede il triplo dell’assegno sociale (importo rivalutato annualmente: oggi pari a circa 1450 euro). Per cui su un deposito di 1.200 euro non si può pignorare nulla mentre su un deposito di 1600 euro vengono pignorati solo 150 euro;
- le somme che verranno versate nei mesi a seguire a titolo di stipendio possono essere pignorate fino a massimo un quinto al mese.
Pignoramento del quinto dello stipendio già pignorato: si può?
La legge ammette il pignoramento di due quinti dello stipendio, nello stesso momento, solo a condizione che si tratti di due creditori di categorie tra loro diverse. Le categorie sono tre:
- crediti per imposte e tributi (ad es. Agenzia Entrate Riscossione ed Agenti per la riscossione delle imposte locali);
- crediti per alimenti e mantenimento (ad es. ex moglie o figli per il mantenimento, familiare in stato di bisogno che richiede gli alimenti);
- altri crediti privati (ad es. affitto, bollette, condominio, finanziaria, banche, controparte in un processo, vicino di casa, ecc.).
Quindi è possibile il pignoramento di più quinti se ad agire sono, contemporaneamente, l’Agenzia Entrate Riscossione e l’ex moglie che non ha ottenuto il mantenimento (si tratta infatti di due categorie diverse di crediti); se si tratta della finanziaria e della società di riscossione del Comune per la spazzatura o per le altre tasse locali (anche in questo caso si tratta di due categorie differenti); se ad agire è il condominio e il figlio che non ha ottenuto gli alimenti, ecc.
In ogni caso, quando concorrono più crediti di categorie diverse il pignoramento dello stipendio non può mai raggiungere più della metà: si tratta del limite massimo che non può essere superato per qualsiasi ragione.
Viceversa, quando si tratta di due creditori appartenenti alla stessa categoria (padrone di casa per il canone di locazione e finanziaria; condominio e controparte processuale, ecc.) allora vale la regola della priorità. In pratica, anche se è possibile azionare una seconda procedura di pignoramento, la trattenuta dallo stipendio resta una sola e va prima a finire nelle tasche del creditore che ha già attivato il pignoramento; solo quando questi sarà completamente soddisfatto si passa ad accreditare le somme al successivo creditore che ha avviato il pignoramento dello stipendio. Insomma, si realizza una sorta di coda: chi prima arriva si soddisfa per primo.
Pignoramento del quinto dello stipendio con cessione del quinto
Il pignoramento del quinto non viene bloccato se il debitore ha già attuato una cessione volontaria del quinto dello stipendio in favore di una finanziaria. Non si tratta, infatti, in tal caso di un pignoramento ma di un prestito che deriva dalla volontà stessa del debitore e non da un procedimento di esecuzione forzata. Per cui, su uno stipendio di mille euro con cessione di 200 euro alla finanziaria, il pignoramento successivo del quinto sarà calcolato su mille e non su 800 euro.
Stipendio con finto pignoramento
La pratica insegna che spesso si adottano pratiche fraudolente per impedire il pignoramento del quinto. Ecco un esempio: una persona rilascia a un amico una cambiale di 50mila euro che non paga. I due inscenano un pignoramento azionato dall’amico – finto creditore – che si fa autorizzare dal tribunale a trattenere il quinto della busta paga dell’altro al fine di bloccare altri pignoramenti.
Ebbene, tale pratica può funzionare solo se si tratta di creditori della stessa categoria; ad esempio se l’altro creditore dovesse essere l’ex moglie, la stessa potrebbe pignorare contemporaneamente un secondo quinto nonostante la concomitante trattenuta.
In secondo luogo, il vero creditore potrebbe citare i due amici per la tentata simulazione e rendere inefficace tutta la procedura esecutiva. Ma affinché ciò avvenga sarà necessaria una prova che non sempre è facile da raggiungere.