Ho firmato un contratto per un prestito d’onore ma ho accumulato molti debiti e ora dovrei pagare a rate ma molto alte. Non ho un lavoro stabile e ho una figlia piccola. Che fare?
Uno strumento sempre più frequentemente utilizzato da Equitalia è il pignoramento presso terzi ossia quello con cui viene pignorato il conto in banca oppure un quinto dello stipendio, proprio come nel caso del lettore. Questo perchè si tratta di una procedura molto agevole in quanto a Equitalia è consentito di evitare l’udienza di assegnazione delle somme davanti al giudice, prevista invece nel caso di pignoramenti effettuati da privati, riducendosi così di gran lunga i relativi tempi. Tale pignoramento presso terzi determina un vincolo di indisponibilità sulle somme di cui il lettore è titolare ma che sono depositate in banca sul suo conto corrente oppure presso il suo datore di lavoro fino a quando non gli versa lo stipendio. Quindi, avendo nel caso di specie avviato il pignoramento presso terzi, Equitalia ha ordinato alla banca e/o al datore di lavoro del lettore il pagamento delle somme dovute direttamente a Equitalia stessa, saltando la fase della citazione davanti al giudice dell’esecuzione (che, nel caso di pignoramenti promossi da privati, è invece obbligatoria). Il pagamento deve avvenire entro 60 giorni dalla notifica dell’atto di pignoramento, per le somme già scadute a tale data, ed entro ciascuna scadenza prestabilita, per le altre somme. L’atto di pignoramento gli è stato notificato per metterla nell’eventuale condizione, ma non sembra il caso del lettore, di segnalare a Equitalia la sopravvenuta inesistenza del titolo della pretesa (per esempio, se ha pagato la cartella, se quest’ultima si è prescritta o è stata annullata dal giudice) ma anche al fine di consentirgli di esercitare il suo diritto alla difesa, in sede di opposizione agli atti esecutivi, impugnando entro 60 giorni davanti al giudice dell’esecuzione l’atto di pignoramento. L’unico modo per evitare il pignoramento dei suoi beni è quello di pagare le somme iscritte al ruolo versando l’importo dovuto con l’aggiunta delle spese. Avrebbe potuto inoltre chiedere la rateizzazione del debito iscritto solo se in presenza di giustificati motivi e se il pignoramento avesse riguardato beni immobili, ma non è il caso del lettore. Tale rateizzazione, qualora concessa, prevede che la somma totale del debito sulla quale vengono calcolati anche gli interessi di mora, sia restituita con rate mensili entro e non oltre 18 mesi. Ciò premesso, la risposta al quesito da formulato non può che essere negativa. Ma non tutto è perduto; dalla richiesta sembra essere ancora in corso il pignoramento presso terzi, può quindi chiedere a Equitalia di rateizzare il suo debito con una semplice domanda e senza aggiungere alcuna documentazione accedendo così in automatico al piano ordinario per pagarlo fino a un massimo di 72 rate mensili (6 anni), essendo il debito complessivo inferiore a € 50.000. Qualora non fosse stato in grado di sostenere il pagamento del debito secondo tale piano ordinario (come in effetti sembra di comprendere dalla richiesta), può comunque chiedere un pagamento più lungo fino a un massimo di 10 anni (120 rate mensili) secondo i criteri di un piano straordinario contenuti in un apposito decreto del ministero dell’Economia e delle Finanze che stabilisce il numero massimo di rate mensili concedibili in base alla disponibilità economica del debitore. Tale piano straordinario può essere concesso in caso di comprovata e grave situazione di difficoltà economica per ragioni estranee alla propria responsabilità e l’importo della singola rata è superiore al 20% del reddito mensile come risultante dal modello Isee. Se concessa, la rateazione decade in caso di mancato pagamento di otto rate anche non consecutive e al pagamento della prima rata Equitalia rinuncia al pignoramento non potendo attivare nessuna procedura cautelare o esecutiva finché si è in regola con i pagamenti. Potrebbe, pertanto, provare comunque a rivolgersi a Equitalia chiedendo una rateizzazione la cui singola rata mensile sarà però nella migliore delle ipotesi pari a circa il doppio dell’importo auspicato.