Tari illegittima riguardo alle pertinenze: vediamo perché e come chiedere il rimborso
L’espressione «Odi et amo» di Catullo è indubbiamente tra le frasi più celebri del poeta. Ebbene, tale epigramma può essere utilizzato per rievocare il rapporto tra il cittadino ed il fisco, caratterizzato da odio e amore: più odio che amore! Se, da un lato, è bene pagare le tasse, in quanto attraverso esse diamo il nostro contributo alla società e possiamo usufruire di molti servizi; dall’altro, le tasse da pagare sono spesso eccessive, sproporzionate, illegittime, a volte assurde. Si pensi alla tassa sui sacchetti della spesa per comprare frutta e verdure di prossima introduzione (sul punto leggi: In arrivo la tassa per comprare frutta e verdure). Il fisco è una presenza costante che non si limita a caratterizzare il nostro passaggio su questa terra, ma ci segue anche nell’aldilà: è attualmente all’esame del Senato il disegno di legge con il quale si vorrebbe introdurre la macabra “tassa sulla morte” (in proposito leggi: In arrivo la macabra “tassa sulla morte”). Ciò che suscita lo sdegno del cittadino è, poi, il fatto di dover pagare delle tasse dichiarate illegittime [1]: ci si riferisce all’Iva versata sulla tassa rifiuti, il cui rimborso sta suscitando tanti disagi (per saperne di più leggi: Tassa rifiuti: come chiedere il rimborso Iva). Sempre in tema di imposte sui rifiuti, in questi giorni è argomento di discussione la questione relativa alla Tari illegittima riguardo alle pertinenze. Vediamo di cosa si tratta e come presentare domanda per ottenere il rimborso della Tari pagata in eccesso con riferimento alle pertinenze (cantina, garage, ecc.) della propria casa.
Indice
- 1 Cosa è la Tari?
- 2 Chi paga la Tari?
- 3 Come si calcola la Tari?
- 4 Quante volte si calcola la parte variabile?
- 5 Mef: la parte variabile della tariffa va computata una sola volta
- 6 Come presentare domanda di rimborso?
Cosa è la Tari?
La Tari (Tassa Rifiuti) è l’imposta comunale sui rifiuti, sostituiva della vecchia Tares, che è stata introdotta con la legge di stabilità 2014.
Chi paga la Tari?
La somma dovuta ai Comuni a titolo di Tari, deve essere elargita da coloro che possiedono o detengono, a qualsiasi titolo, locali o aree scoperte, qualunque sia l’uso cui sono adibiti, suscettibili di produrre rifiuti urbani. L’imposta sui rifiuti in questione, dunque, deve essere versata al Comune dagli inquilini, non importa se proprietari o affittuari.
Come si calcola la Tari?
La Tari si compone di una parte fissa ed una variabile:
- La parte fissa viene calcolata moltiplicando i metri quadrati dell’immobile (si considera al riguardo la superficie calpestabile), comprese le pertinenze (come lacantina o il garage). È palese che più grande è la casa e più è alta la somma da versare.
- La quota variabile cambia in base al numero dei componenti della famiglia; essa è rapportata alla quantità di rifiuti che presumibilmente viene prodotta da colui o da coloro che risiedono nell’immobile in questione.
Quante volte si calcola la parte variabile?
Qualora l’abitazione abbia anche delle pertinenze (come la cantina o il garage), la superficie delle pertinenze deve essere sommata alla superficie concernente l’abitazione principale. Una volta compiuta tale operazione, si deve procedere all’applicazione delle tariffe. I Comuni, invece, hanno frequentemente calcolato illegittimamente la Tari, dividendo l’abitazione dalle sue pertinenze e applicando ad ognuna di esse la quota variabile. In base a tale calcolo il povero contribuente si è visto recapitare una cartella di pagamento di notevole entità: egli è stato costretto a corrispondere addirittura il doppio rispetto al dovuto.
Mef: la parte variabile della tariffa va computata una sola volta
Il sottosegretario del Ministero dell’Economia e delle Finanze, Pier Carlo Baretta, ha recentemente risposto ad una interrogazione parlamentare proposta da Giuseppe L’Abbate, in materia di imposta sui rifiuti. Ciò che ha costituito lo spunto per chiedere al Governo dei chiarimenti sono state le numerose lamentele dei cittadini, ai quali venivano recapitate delle cartelle di pagamento eccessive nell’ammontare. Secondo quanto dichiarato dal sottosegretario, la parte variabile della tariffa va computata una sola volta, considerando l’intera superficie dell’utenza composta sia dalla parte abitativa che dalle pertinenze situate nello stesso Comune.
Come presentare domanda di rimborso?
Per presentare domanda di rimborso, innanzitutto, è necessario verificare che effettivamente il Comune abbia calcolato la quota variabile della Tari in maniera distinta su immobile e pertinenze. In seguito, si deve presentare domanda di rimborso direttamente al Comune o al diverso ente che gestisce la riscossione della tassa rifiuti. La richiesta va presentata con raccomandata a.r. (con avviso di ricevimento) o con posta elettronica certificata firmata dal titolare dell’utenza Tari. Attenzione: vanno citati gli estremi dell’interrogazione parlamentare n. 5-10764 del 18 ottobre 2017 e allegate le prove del pagamento. In caso di silenzio o di diniego occorre presentare ricorso alla Commissione Tributaria Provinciale entro i successivi 60 giorni. Va precisato che le domande di rimborso della quota illegittima della Tari calcolata sulle pertinenze può essere presentata per gli importi di tassa rifiuti versati negli ultimi 5 anni, in quanto gli altri pagamenti sono caduti in prescrizione.